Emerito: “Ambrosca è sinonimo di incoerenza”

di Redazione

 CANCELLO ARNONE. “Ho deciso di puntare la mia campagna elettorale, sul bene comune del nostro paese e non sui veleni e sul fango che continuamente Raffaele Ambrosca getta sulla mia persona”.

Sono queste le parole del primo cittadino di Cancello ed Arnone, Pasqualino Emerito, che continua: “Ho spiegato abbondantemente la situazione della candidatura, ma evidentemente Ambrosca non ha altri punti per appendersi visto che ci ritorna anche nella conferenza stampa tenutasi domenica a Cancello ed Arnone. Io non vorrei essere ripetitivo ma Ambrosca è sinonimo dell’incoerenza. Da giovane Msi, mensoriano/democristiano, per poi essere vicino alle posizioni del Pds e di conseguenza a Bassolino. Per non farsi mancare nulla ha fatto anche un passaggio nel Ccd di Casini, poi ancora con un ammiccamento in alleanza nazionale ed un successivo passaggio in Alternativa sociale. Per non parlare del segretariato nazionale nel movimento politico di Taormina, Lega Italia, ed il ripassaggio nel Pdl tra gli alleanzini e, quindi, alla corte di Caldoro. Dove gli è stato ideato un ufficio di gabinetto per la sua apposita persona, un ufficio poi scomparso con l’arrivo dei controlli della guardia di finanza in Regione”.

“In effetti, – continua – quello che l’operato delle amministrazioni Ambrosca sono sotto gli occhi di tutti. L’imperativo della sua gestione è stato: inefficienza, inerzia e uso personale dell’ amministrazione pubblica. “Con la conseguenza – aggiunge Emerito – che l’ente si è ritrovato in una grave tensione economica finanziaria che ha la propria eziologia nella eccessiva contrazione di mutui rispetto alla effettiva capacità di indebitamento dell’ente, nella utilizzazione indiscriminata di fondi a destinazione specifica mai rimpinguati (cfr. Provviste del Ministero dell’Ambiente finalizzate alla realizzazione del collettore fognario numero 9 – 1 milione di euro, capitolo mai rimpinguato a seguito del suo utilizzo), vendita indiscriminata di immobili senza preoccuparsi di riconvertire il patrimonio pubblico con conseguente impoverimento dell’Ente ed accumulo di indebitamento derivante dalla mancata capacità del Comune di fronteggiare la spesa corrente. Se a tutto questo aggiungiamo il mancato indennizzo degli espropri per la realizzazione delle opere pubbliche la cifra sale considerevolmente fino a sfiorare i 3 milioni di euro”.

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