Stipendi arretrati: protestano gli operatori ecologici

di Redazione

 CASAL DI PRINCIPE. La gravissima situazione in cui versano i dipendenti del Consorzio Unico di Bacino è nota a tutti, Istituzioni comprese, le quali fanno ben poco, …

… per non dire niente, per cercare di risolvere i problemi di circa mille lavoratori che da mesi non percepiscono gli stipendi e dai quali si pretende, anche in forza di vergognose denunce per interruzione di pubblico servizio, che siano puntuali nel loro lavoro. Se da un lato però ci sono Enti che comprendendo le difficoltà vengono incontro al lavoratore, applicando anche la legge sui poteri sostitutivi, ed erogando loro in danno al consorzio parte degli emolumenti pregressi che permettono agli stessi lavoratori di sopravvivere, in altre realtà si chiamano ditte esterne, pagando così altri lavoratori, e unendo al danno la beffa per gli operatori legittimati a lavorare su quel territorio.

“La situazione è diventata paradossale – ci dicono alcuni lavoratori del C.U.B. del Cantiere di Casal di Principe – in quanto siamo in ritardo di ben quattro mensilità e la 13ma. Tutto ciò sta creando gravissimi problemi alle nostre famiglie e siamo davvero alla disperazione. I problemi finanziari del C.U.B. non li abbiamo creati noi, né tantomeno i cittadini che pagano la Tarsu, con i quali ci scusiamo per i disagi arrecati, ma alla fine siamo noi a pagarne le conseguenze e anche i cittadini. Insomma gli unici non colpevoli pagano dazio! Da sette giorni sul nostro territorio c’è una ditta che svolge il servizio al nostro posto. Ma non siamo certo noi che non possiamo garantire il servizio.

Le soluzioni si possono trovare e se ci sono i soldi per pagare gli interventi di altre ditte, crediamo che gli stessi potrebbero esser utilizzati per pagare noi. Siamo pronti a collaborare con la commissione prefettizia che amministra il Comune per trovare soluzioni. Qualche sindacato già si è mosso in tal senso. L’importante è che ci diano gli strumenti per lavorare, e anche gli stipendi. Infatti crediamo che tutti coloro che lavorano abbiano poi diritto alla spettanza salariale.

Altrimenti non è lavoro ma riduzione in schiavitù. In un territorio difficile come il nostro, noi vorremmo che trionfasse la legalità. Se poi si cerca altro noi non ci stiamo!” Intanto pare che il Consorzio non abbia le possibilità di alimentare i mezzi con il gasolio. In altri Comuni sono gli stessi Enti a provvedere al fabbisogno di carburante. Questo potrebbe avvenire anche a Casal di Principe. Perché non accada, al momento non siamo in grado di spiegarlo.

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