Stipendi gonfiati e lavori mai eseguiti: maxi inchiesta sul consorzio rifiuti

di Redazione

 CASERTA. Un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere mira a svelare gli sperperi di denaro pubblico nel Consorzio unico di bacino per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti nelle province di Napoli e Caserta.

Oltre 200 le persone indagate per quelli che gli inquirenti considerano spropositati aumenti di livello professionale. Ma c’è anche un altro filone d’indagine che riguarda lavori mai eseguiti, benché pagati, ad alcune imprese. In questo caso sono indagate dieci persone, tra cui l’ex direttore generale del Consorzio, Antonio Scialdone, l’ex vicepresidente facente funzioni, Enrico Parente, gli ex direttori generali del Consorzio Ce3, Francesco Cundari (tra il 1999 e il 2006) ed Antonio Limatola (dal 2007 al 2008), l’ex responsabile dell’articolazione casertana del Cub, Giuseppe Venditto, e alcuni imprenditori casertani, con l’accusa di truffa aggravata in concorso.

Alle ditte sarebbero stati affidati appalti, per il nolo “a caldo” e “a freddo”, ossia con o senza operatore, di escavatori e altri mezzi da utilizzare per operazioni di rimozione rifiuti o decespugliamento, creando il falso presupposto della necessità di eseguire i lavori. Lavori, ognuno per un importo che si aggirava attorno ai 40mila euro, tutti frazionati e commissionati “d’urgenza”, allo scopo di restare sotto la soglia di evidenza pubblica e affidarli in modo diretto.

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