Crisi dell’agricoltura, Sagliocco: “Occorre seria programmazione”

di Redazione

 TRENTOLA DUCENTA. “L’economia trainante nel nostro territorio resta ancora l’agricoltura, oggi letteralmente in ginocchio per colpa di una politica sbagliata di programmazione. Gli addetti ai lavori sono esasperati”.

Ad affermarlo Andrea Sagliocco, medico, assessore al comune di Trentola Ducenta, candidato alla Camera per “Grande Sud”. In un affollato incontro con gli operatori del settore, Sagliocco ha affermato: “La politica e chi di dovere sono volutamente ciechi e sordi dinanzi alle difficoltà degli agricoltori con le ovvie ripercussioni sull’economia di tutte le realtà del territorio. Il prezzo al mercato di ogni prodotto agricolo, dalla frutta agli ortaggi, verdure ed altro, non riesce nemmeno a coprire le spese, mentre il prodotto finale al consumatore viene a costare un prezzo di gran lunga superiore”.

“Molta produzione agricola – ha aggiunto Sagliocco – nell’anno che si appena concluso, è stata lasciata marcire sui campi, poiché la sola spesa della manodopera per il raccolto superava il ricavato della vendita. Al coltivatore il prezzo pagato al chilogrammo per molti ortaggi o frutta in genere è di poche decine di centesimi, a fronte del prezzo imposto al consumatore. Lavoratori scippati della propria dignità, che risentono della cattiva politica agricola dei prezzi su tutto in territorio nazionale, in particolare in Campania e nella provincia di Caserta”.

“Da qui, – sottolinea il candidato di Grande Sud – l’inevitabile ‘fuga’ dei figli dei coltivatori, che preferiscono altre professioni o mestieri, al duro ed umiliante lavoro dei campi. Per la conduzione del terreno servono investimenti, anche costosi, per stare al passo coi tempi, e bisogna affrontare una pressione fiscale pressante, difficile da sostenere”.

Secondo Sagliocco, il malcontento è comprensibile, e potrebbe sfociare in una forte contestazione. “Le cifre della crescente disoccupazione nel settore – continua – non consentono alibi, e quella che oggi è una pacifica protesta, potrebbe sfociare in una disperata rivolta. Per questo vi è la necessità che la politica si riappropri del ruolo che gli appartiene, che porti al centro le esigenze della categoria. Non servono progetti astronomici, o chissà quali investimenti, ma solo una seria programmazione, cosa che faremo insieme, trovando insieme le ragionevoli soluzioni”.

di Franco Musto

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