Cioffi: “La città affoga nella spazzatura”

di Redazione

 MADDALONI. Un’“emergenza” a cui nessuno per ora ha saputo offrire soluzioni concrete. Mentre anche Commissario prefettizio, brancola nel buio, Maddaloni soffoca nella spazzatura. Si stenta a credere che quello che sta succedendo a Maddaloni sia vero e possibile.

La quantità di spazzatura nelle strade della città, le montagne di sacchetti che si affacciano alle finestre dei primi piani dai marciapiedi della periferia (quando non della città perbene dal meraviglioso panorama), montagne variopinte d’avanzi alimentari, pannolini, carte e cartoni, bottiglie, plastica, vecchi elettrodomestici, sedie rotte, computer guasti… sono l’immagine di uno sfascio difficilmente curabile. Se ogni problema ha la sua soluzione, finora nessuno è riuscito a individuarne una credibile per la distesa d’immondizia maddalonese, nemmeno il nuovo Commissario, con fama d’inflessibile ed efficiente. Mentre lei brancola nel buio, a Maddaloni, e soprattutto nella sua periferia, non è cambiato niente, se non il fatto che la monnezza, dopo avere conquistato in passato non molto lontano le prime pagine dei giornali, oggi è ritornata a far da padrona. Sebbene sia diventata un’immensa discarica a cielo aperto, la città è scivolata nell’emergenza rifiuti, film già denunciato durante la precedente amministrazione dall’associazione Civitas con l’apparizione dei Big Bag depositati sempre nella periferia maddalonese.
L’immondizia rischia invece di divenire un cliché, un mito maddalonese come il sole, il castello e il traffico cittadino. Nessuno sa se e come saranno eliminate le migliaia di tonnellate d’immondizia, che aumentano ostinatamente ogni giorno, mentre si affacciano le prossime elezioni politiche. Ogni misura annunciata sembra un pannicello d’acqua calda: le discariche sono strapiene e marce, i termovalorizzatori inesistenti, e quando anche lo fossero, sarebbero inutili perché l’immondizia vi arriverebbe “tal quale”, siccome la raccolta differenziata è tra il 37 e lo scarso 40% dato annunciato dall’osservatorio regionale. Dato che evidenzia il commissariamento dell’assessorato al servizio ecologia della precedente amministrazione Cerreto. E comunque, anche se s’iniziasse a farla veramente, sarebbe impossibile risolvere l’emergenza dato che dal commissario arrivano risposte del tipo, che l’ente rassicura che la raccolta sta procedendo a zone alternate. Intanto i rifiuti ritornano ad essere una cornice massiccia della città, con la paura che ci si possa fare l’abitudine come anni addietro.
Quanto succede, non è solo difficile da curare, ma anche da spiegare, ma a farvi le spese è sempre il cittadino. Di fronte all’incapacità del commissario di trovare soluzioni sensate, la catastrofe odierna dimostra drammaticamente che gli impegni presi dalla società DHI non stanno sortendo l’effetto dovuto, e che nessuno ha mai controllato con metodo certosino l’operato dell’impresa, ma di aver taciuto anche davanti alle evidenti denuncie dei propri cittadini, devastando il territorio e aumentando vertiginosamente tumori e malformazioni genetiche tra gli abitanti delle zone trasformate in immondezzai ma, paradossalmente, facendo lievitare i costi dello smaltimento e posizionando il nostro territorio sulla lista che paga la tassa dei rifiuti più cara d’Italia. Vengono alla mente le parole di un vecchio politico «Forse non avevamo capito. Più volte abbiamo lamentato che la vicenda politica locale rimaneva oscura e impermeabile al controllo democratico. Abbiamo chiesto a gran voce trasparenza.
Abbiamo censurato il carattere oligarchico, la mancanza di partecipazione. Ebbene, è ora pubblica la modulistica per il riparto clientelare delle poltrone in Campania. Sembra lo studio di un commercialista. Un registro della contabilità che mostra i posti da distribuire, misurati in punti per l’importanza, il compenso previsto, i rimborsi. Il valore totale di ogni poltrona, dato dalla somma dei vari punteggi… Possiamo finalmente dire: esistono regole. Pensavamo a confuse colluttazioni, e troviamo invece un’ordinata contabilità. Poltrone e forze politiche, indicazione del già avuto e dell’ancora a pretendere.
Pensavamo di essere strangolati da una politica stracciona, rissosa, affamata oltre ogni limite. Invece vediamo a ciascuno pacificamente assegnata una casella, secondo criteri oggettivi. A ognuno il suo, un posto per ogni cosa. Per maggioranza e opposizione». Una simile pratica permette, com’è successo, di mantenere il potere (anche a lungo) ma non, necessariamente, di risolvere i problemi.
Alessandro Cioffi – presidente “Civitas è” Maddaloni

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