Politiche, Senato in bilico: decisive Lombardia, Campania e Sicilia

di Redazione

 ROMA. “La Lombardia, con il vicino Veneto è la battaglia-chiave”, scrive il Wall Street Journal.

E il Financial Times: “Persone vicine a Berlusconi, un maestro di tattiche di sopravvivenza, dicono che è fiducioso che Monti porterà via più voti al centro-sinistra che al centrodestra e che si possono riconquistare elettori scontenti attraverso promesse di sgravi fiscali e una linea dura contro (…) l’egemonia economica della Germania”.

Se la strategia di Silvio Berlusconi è quella di risultare comunque decisivo negli equilibri parlamentari futuri, dove si decide la partita del Senato? Il Sole 24 Ore pubblica oggi uno studio sulla base di cinque sondaggi in Regioni chiave: il timore degli investitori internazionali è fondato, è la risposta implicita del quotidiano, perché il centrosinistra potrebbe non ottenere la maggioranza assoluta in Senato e in questo quadro di incertezza ‘pesano’ molto Lombardia e Veneto, che potrebbero vanificare un’eventuale vittoria in tutte le altre regioni, compresa la Campania. “Lo stesso accadrebbe sia nel caso in cui il centrodestra vincesse in Campania e in Lombardia sia nel caso in cui vincesse in Lombardia e Sicilia. A maggior ragione se a queste regioni si aggiungesse anche il Veneto”. In Lombardia chi vince al Senato conquista 27 seggi, mentre ai perdenti sono riservati 22 seggi.

Il precedente è quello della vittoria di Pirro dell’Unione di Prodi, che 7 anni fa ottenne al Senato solo un seggio in più della Casa delle libertà di Berlusconi. In questo caso il Pd di Bersani potrebbe non avere la maggioranza al Senato e dover cercare nelle formazioni di sinistra i voti necessari a Palazzo Madama.

Un fattore problematico per il Pd, oltre al risultato del Movimento 5 Stelle, è la forte base di consenso accreditata dai sondaggi agli arancioni del dal sindaco di Napoli De Magistris e dall’ex pm Ingroia, che in Campania, secondo Ipsos, potrebbero arrivare all’11,2%. Voti essenzialmente sottratti al centrosinistra che potrebbero rimettere in discussione la Campania, considerata ‘sicura’ per il Pd, intorno al 30-31% delle intenzioni di voto. E poiché il Pdl è sul 28%, la partita potrebbe riaprirsi. In Campania (16 seggi in Senato al partito che vince) e non solo.

Il WSJ dice chiaro che la speranza di Berlusconi è quella di un risultato che non conceda a Bersani e Vendola di controllare anche il Senato, senza bisogno di nessuno. Ma per contare ancora e far valere i senatori conquistati in Lombardia Piemonte e Veneto con la Lega Nord e in Campania, Berlusconi deve sperare che le liste Monti al Senato non raccolgano più della soglia dell’8%. Un risultato al di sotto di quello accreditato dai sondaggi Ipsos per il Sole 24 Ore, che attribuiscono all’attuale premier il 14,2% in Campania e più del 15% in altre Regioni chiave.

Anche da qui, numeri alla mano, la spinta all’accordo fra Pdl e Lega e i continui attacchi da Berlusconi, Brunetta e Alfano a Monti, che rischia di ‘alleggerire’, in caso di significativa affermazione delle sue liste in alcune Regioni, il peso specifico dei senatori Pdl-Lega.

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