Gomorra 2, dura contestazione a Napoli: “Scampia stanca di farsi usare”

di Redazione

 NAPOLI. “Il film del male non si girerà”. Con queste parole il presidente dell’ottava municipalità Angelo Pisani, al termine del Consiglio civico aperto dell’11 gennaio, ha annunciato che le riprese previste per il 28 e 29 a Scampia della fiction basata sul celebre libro “Gomorra” non avranno luogo.

Vittoria, dunque, per l’avvocato napoletano che, con la sua decisione (definita censoria da Roberto Saviano) di negare l’autorizzazione alle troupedi Sky ad allestire un set cinematografico nel quartiere delle Vele, aveva innescato un putiferio mediatico che ha coinvolto il primo cittadino “arancione” Luigi De Magistris. Nei fatti, però, il suo tentativo di coinvolgere nella decisione le associazioni e la cittadinanza si è rivelato tutt’altro che un successo. In seguito dell’ennesima lite scoppiata in aula a causa dell’esposizione di uno striscione contro Saviano, gran parte dei membri dell’associazionismo hanno abbandonato l’assemblea.

“Non c’è un dibattito serio- ha dichiarato Egidio Giordano uscendo dall’Auditorium – Non ci prestiamo a nessuna passerella politica pre-elettorale o strumentalizzazione giornalistica.A noi, che siamo la voce di Scampia, non interessa la querelle De Magistris-Saviano. Volevamo esprimere solo le nostre perplessità in merito alla fiction ma non c’è stata data la possibilità di discuterne”.

Eppure il diniego alla rappresentazione noir del quartiere sembrava aver unito istituzioni e società. Ciro Corona (responsabile di Resistenza Anticamorra) aveva chiaramente motivato il loro punto di vista al riguardo. Dopo aver riconosciuto i meriti, e confermato la stima per Saviano, che attraverso la sua opera ha acceso i riflettori del mondo sulle gravi condizioni di degrado in cui versa la periferia napoletana, aveva invitato lo scrittore a prendere visione della Scampia attuale: un quartiere che cerca di “resistere per poter esistere”.

Una territorio dove è attivo uno sportello di denuncia alla camorra, dove si “fanno i pacchi alla camorra” e dove gli erculei sforzi dei giovani disoccupati (3 su 4) per sfuggire alla criminalità sarebbero mortificati dall’ennesima rappresentazione stereotipata. Corona aveva proposto alla produzione – che attraverso un suo rappresentante in assemblea aveva accennato ad una possibile mediazione – di inserire nella sceneggiature figure positive, come quella di don Aniello Manganiello, che potessero controbilanciare la visione catastrofica prospettata dalla fiction. L’ex parroco di Scampia, che dopo 16 anni nel quartiere ancora oggi anima il centro giovanile don Guanella, percepisce il pericolo di un’informazione unilaterale.

La spettacolarizzazione attraverso una finzione cinematografica della figura del camorrista crea un modello deviante per i giovani (com’è avvenuto con Romanzo Criminale) ed, inoltre, finisce col marchiare a vita anche gli abitanti onesti che rappresentano l’80% dei cittadini. In una platea che si andava sempre di più assottigliando, tra i pochi astanti gli animi si sono incendiati. Lo stesso presidente di municipalità, accortosi della situazione di forte tensione, ha sospeso gli interventi e ha chiuso in anticipo i lavori con la proiezione del documentario “L’uomo col megafono”.

D’altronde con una disoccupazione al 60%, alta dispersione scolastica, mancanza di elementari infrastrutture, e la camorra come presenza costante, Scampia è stanca. Stanca non delle telecamere, ma di promesse elettorali non mantenute, di stereotipi da abbattere senza una politica sociale adeguata.Stanca, come ha spiegato Lucilla Parlato del “Movimento Di Insorgenza Civile”, di “occasioni mancate come è stata l’assemblea pomeridiana che si stava trasformando in una passerella politica e, l’occasione per attaccare lo scrittore o il sindaco sulla fiction senza tenere conto dei problemi reali, raccontati da chi questa realtà la vive”. Stanca e furiosa di essere abusata all’occorrenza per poi essere abbandonata a se stessa.

Gomorra 2, protesta a Scampia (11.01.13) – VIDEO

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