Figli a coppie gay: la Cei contro la Cassazione

di Mena Grimaldi

 ROMA. “E’ una sentenza ambigua che crea sconcerto”. Così la Chiesa, tramite il quotidiano della Cei, Avvenire, all’indomani del pronunciamento della Cassazione che apre alla possibilità per un bambino di essere cresciuto da una coppia gay, attacca.

“Per esperienza comune la nascita di un bambino scaturisce dall’unione tra un uomo e una donna e comporta la cura da parte dei genitori”. “Il punto più sconvolgente della sentenza – scrive il giornale – è che considera il bambino come soggetto manipolabile, attraverso sperimentazioni che sono fuori dalla realtà naturale, biologica e psichica, umana e che non si sa bene quanto dovrebbe durare”.

Il quotidiano cattolico riconosce però che la sentenza della Cassazione è comunque “a favore del male minore e non una sentenza ideologica che ‘apre’ alla possibilità di adozione da parte delle coppie gay”.

Per il presidente del Pontificio consiglio della famiglia, Vincenzo Paglia, “l’adozione dei bambini da parte degli omosessuali, porta il bambino ad essere una sorta di merce, cioè: come ho diritto a questo, ho diritto anche a quell’altro”.

Lo ha detto in una intervista alla Radio vaticana, commentando la manifestazione che si svolgerà domenica in Francia contro la proposta di legge di Hollande di introdurre le nozze gay con diritto all’adozione. Il ministro vaticano per la famiglia, però, non cita la sentenza della Cassazione italiana che sta suscitando numerose polemiche.

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