Droga e camorra sull’asse Napoli-Roma: 10 arresti

di Redazione

 ROMA. Risultavano collegati al noto clan camorrista “Schiavone-Noviello”, operante da tempo anche nel litorale laziale e, in particolare, nel sud pontino, i dieci uomini arrestati giovedì mattina dai finanzieri del comando provinciale di Roma.

Il provvedimento, emesso dal gip del Tribunale di Roma, è il risultato di lunghe e laboriose indagini – disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, coordinate dal procuratore aggiunto – che hanno consentito di fare piena luce su un lucroso traffico di droga lungo l’asse criminale Napoli-Roma.

Dopo mesi di intercettazioni telefoniche e pericolosi pedinamenti, anche in zone ad altissima densità criminale come Tor Bella Monaca a Roma e Scampia a Napoli, le Fiamme Gialle del Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo Polizia Tributaria di Roma hanno appurato l’esistenza di due agguerriti “gruppi” criminali, facenti capo rispettivamente al laziale M.R. e al campano M.G. Proprio quest’ultimo ha sfruttato le enormi potenzialità offerte dal mercato al consumo di cocaina e hashish della piazza di Roma, in cui scontava la misura della libertà vigilata precedentemente applicatagli.

Peraltro, come sempre più spesso documentato dalle attività investigative, lo stesso M.R. – arrestato lo scorso novembre per una rapina ai danni della filiale di un istituto di credito del pescarese – è risultato operare a stretto contatto con altri soggetti, emersi come referenti, sempre sul litorale pontino, non solo del camorrista P.N. ma anche di alcune notissime consorterie criminali calabresi, riconducibili alle cosche di ‘ndrangheta dei Gallace e dei Novella.

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Relativamente al gruppo facente capo a M.G., numerosi riscontri hanno confermato come lo stesso fosse fortemente inserito in ambienti aventi spiccata propensione camorrista, di qui la capacità e l’autorità per approvvigionarsi di ingenti quantità di droga sul mercato di Secondigliano (Napoli), attraverso l’opera di raccordo offerta da C.F. e C.R., padre e figlio, e l’ausilio logistico dei fidati P.E. e B.M., aventi il compito di trasportare la droga da Napoli a Roma, scortati da D.R.A., peraltro avente la funzione di farsi consegnare da M. il corrispettivo in danaro della droga ceduta.

Per quanto riguarda il gruppo facente capo al M., oltre ai segnalati consolidati collegamenti con ambienti di criminalità organizzata, le indagini del Gico di Roma hanno svelato come lo stesso si sia in diverse occasioni procurato significative partite di droga dal sicuro fornitore romano G.M., attraverso l’intermediazione del teatino D.P.F., per poi servirsi, come corrieri, dei romani C.G. e D.S.D., incaricati del recapito dello stupefacente al destinatario abruzzese B.F.

A conclusione delle indagini, sono stati sottoposti a sequestro, in due operazioni eseguite a Roma, circa 5 chili di hashish e circa mezzo chilo di cocaina, che avrebbero fruttato sul mercato al consumo circa 100mila euro.

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