Euro 2020: manifestazione itinerante

di Redazione

 Il calcio al passo coi tempi. Non ne saranno felici, di certo, gli amanti dei tradizionalismi, ma il calcio moderno è pronto ad abbattere anche le barriere dell’europeo ad “unico paese ospitante”.

Infatti “l’Uefa”, a seguito della riunione tenutasi a Nyon nella giornata di venerdì 25 gennaio, ha reso noto che l’Europeo del 2020 sarà itinerante, un costante viaggio negli stadi dei 13 paesi ospitanti. Ogni candidata in corsa, che potrà presentare ben 2 strutture, deve attenersi ai canoni imposti dall’organo gestito da Michel Platini: obbligatori 70.000 posti a sedere per semifinali e finale (che si terranno in un unico paese ndr), 60.000 per i quarti e 50.000 per ottavi e fase a gironi.

Da registrare l’eccezione per quanto riguarda solo due impianti da, minimo, 30.000 posti, che però verranno impegnati solo in una partita della fase a gironi ed una degli ottavi. Con questo sistema nessuna squadra, delle 13 nazioni che verranno scelte, può disporre della qualificazione alla manifestazione senza partecipare alla dovuta fase. Al momento del sorteggio si cercherà di non far cadere la scelta su nazioni troppo lontane tra loro, in modo tale da permettere agli stessi sostenitori di non dover affrontare viaggi troppo estenuanti. Le nazioni che presentano progetti in costruzione dovranno far sì che i lavori si ultimino per il 2016, in caso diverso l’opzione sarà scartata.

Per quanto riguarda le pratiche formali di adozione del nuovo sistema, ecco il cammino che è stato scelto: approvazione dei requisiti e regole di candidatura in vista del 28 marzo, giusto un mese dopo verranno pubblicati i requisiti e prenderà il via formalmente in processo, a settembre le candidature dei paesi verranno confermate, entro i mesi di marzo ed aprile 2014 verranno consegnati i dossier di candidatura ed inizierà la fase di valutazione, mentre solo a settembre dello stesso anno verranno rese ufficialmente note le città ospitanti. Quanti condivideranno la scelta dell’Uefa?

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