Napoli, tolti i due punti di penalizzazione. Via squalifiche a Grava e Cannavaro

di Redazione

 NAPOLI. La Corte di Giustizia Federale ha accolto il ricorso presentato dal Napoli e annullato la penalizzazione di due punti decisa dalla Disciplinare per il tentato illecito di Matteo Gianello nella partita Sampdoria-Napoli del 2010.

Con questi due punti, dunque, il Napoli aggancia la Lazio al secondo posto a quota 42 a tre lunghezze dalla capolista Juve.

Un trionfo della strategia del club azzurro che fin dal primo istante aveva puntato sulla iniquità del provvedimento. “Nessun handicap può penalizzare la cavalcata di questa squadra, pena la perdita di credibilità del campionato: non accetto una sentenza salomonica, vogliamo essere assolti”.

Così il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha tuonato in aula leggendo in mattinata una lunga lettera rivolta ai giudici della Corte di Giustizia Federale, raccolta a sezioni unite. Il Napoli cerca così, tramite l’intervento diretto del proprio presidente, di riavere indietro i due punti in classifica che le consentirebbero di agganciare la Lazio al secondo posto, a tre lunghezze appena dal primato della Juventus. E, contestualmente, di restituire al tecnico Walter Mazzarri il capitano Paolo Cannavaro e Gianluca Grava.

E in questo senso si sono prodotti, a dire il vero, gli sforzi di tutte le parti ricorrenti, dal legale del club Grassani ai difensori dei giocatori, Malagnini e Delle Donne. Persino il ricorso presentato dall’avvocato dell’accusatore Gianello, Eduardo Chiacchio, tiene aperta una porta alle speranze del Napoli: “Il mio assistito ha commesso gravierrori, ma che incarnano non l’illecito quanto la violazione dei principi di lealtà sportiva, e per questo deve essere condannato”.

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Un pensiero che se accolto azzererebbe la penalizzazione del club e le squalifiche dei due difensori azzurri. Un concetto per questo sostenuto anche da Grassani, che ha definito Gianello “un Donnie Darko al contrario, un infiltrato che cerca di carpire i segreti dello spogliatoio per dare notizie all’esterno sui risultati”. La classica violazione dell’articolo 1.

I legali di Paolo Cannavaro e Grava, invece, hanno puntato sull’assenza di riscontri esterni alle dichiarazioni dello stesso Gianello. In particolare sul tema si è espresso l’avvocato Ruggiero Malagnini: “Le testimonianze dell’ispettore Vittoria non possono integrare quelle rese dal Gianello come un riscontro esterno perché il pubblico ufficiale non fa che riferire parole dello stesso Gianello dando atto a un riscontro circolare, per definizione inutilizzabile. Se si trattasse di riscontro esterno del procedimento dovrebbe far parte anche Quagliarella. E senza un riscontro esterno, questa stessa eccellentissima corte ha spiegato che qualunque relazione delatoria potrebbe dare adito a una sanzione e così non può essere”.

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