Cosentino: “Schifato da Silvio. L’ho salvato, lui mi ha tradito”

di Mena Grimaldi

 CASERTA. Nicola Cosentino, escluso dalle liste del Pdl, si sfoga in una lunga intervista a Repubblica e racconta non solo le ultime ore, ma a differenza del giorno della sua conferenza stampa, spara a zero anche su Silvio Berlusconi.

“Mi sta cercando da ore, Berlusconi – dichiara Cosentino al cronista di Repubblica – Lascia messaggi. Ma non rispondo. Sono schifato, si è svenduto tutta la sua cultura garantista per un pugno di voti. Ma io non muovo un dito per questa campagna”.

Ripensa alle ultime ore. “Una delusione enorme. Era tutto premeditato? Prima mi chiedono di dare il sangue, fare le liste migliori, allenare la squadra, poi zac, fanno fuori l’allenatore”.La lunga notte la definisce “allucinante passata tra Palazzo Grazioli e via dell’Umiltà tra domenica e lunedì”. Racconta degli sms con cui Marco Pannella e Marco Pugliese, i Radicali e il Grande Sud, gli offrivano “un posto in extremis per Camera o Senato, altro che smentite”.

Furioso contro il Cavaliere dice: “chi se l’aspettava un tale trattamento dalla mia Pdl? Chi immaginava che Berlusconi potesse svendere tutti i suoi discorsi sulle garanzie per dedicarsi alle pulizie di stagione (strumentali), l’ultima vanità, dice qualcuno”. L’ex sottosegretario del Pdl alla domanda sull’ipotesi un piano tramato contro di lui replica: “Più ci ragiono, più l’ipotesi di un piano a tavolino si fa strada. Berlusconi ha subito una specie di mutazione genetica, io non l’avrei ritenuto capace di calcoli miseri. Poi, sia chiaro, io non ammazzo il padre, ha le sue capacità”.

Alla domanda se Luigi Cesaro sia stato aggiunta alla lista dei sui nemici risponde “con lui ho chiuso”. Sul “giallo” delle liste sparite il giornalista chiede se a farle sparire siano stati i sue due fedelissimi e Cosentino risponde: “Chi lo ha fatto, ha agito per proteggere il lavoro che avevamo fatto per settimane, per evitare quello che è successo dopo: quando sono scomparsi all’improvviso dalla lista alcuni nostri referenti perché ne entrassero altri”.

Durante tutta l’intervista il giornalista di Repubblica racconta che per ben due volte l’addetto stampa di Casentino gli ha riferito che il Cavaliere voleva urgentemente parlare con lui e Casentino ha risposto seccato “Ah sì. Digli che non mi trovi. Anzi no, digli che mi hai trovato ma voglio stare tranquillo”. Chiude: “Ai miei tempi si diceva: è il minimo sindacale”.

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