NAPOLI. Blitz contro esponenti di estrema destra accusati di aver partecipato a scontri di piazza a Napoli e a numerose aggressioni nei confronti di avversari politici.
Tra di loro, è finita agli arresti domiciliari anche Emmanuela Florino, figlia dell’ex senatore di destra Michele Florino, candidata con Casapound alle politiche del 24 e 25 febbario. L’operazione dei carabinieri del Ros – reparto antieversione – è scattata all’alba di giovedì a Salerno, Napoli e Latina.
Sette appartenenti a una organizzazione di estrema destra sono stati arrestati, per altri tre è scattato l’obbligo di dimora. Le accuse sono di banda armata, associazione sovversiva, detenzione e porto illegale di armi e di materiale esplosivo, lesioni a pubblico ufficiale e attentati incendiari.
Sono accusati dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dal sostituto Luigi Musto di aver organizzato e pianificato scontri di piazza nella primavera del
In carcere sono finiti Enrico Tarantino, ritenuto il leader dell’ala violenta del gruppo e Giuseppe Savuto. Ai domiciliari, oltre alla Florino, ci sono Giovanni Senatore, detto senatore, Giuseppe Guida, Aniello Fiengo e Massimo Marchionne. Obbligo di dimora, infine, per Andrea Coppola, Raffaele Palladino, Alessandro Mennella.
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Dalle intercettazioni è emerso che gli indagati, che hanno la loro sede nel centro storico di Napoli, pianificavano aggressioni e pestaggi ai danni di rivali politici. E non solo, ma veri e propri progetti antisemiti, tra cui violenze su donne ebree e vandalismi alle loro attività commerciali. Fra i reati ipotizzati vi sono anche associazione sovversiva e banda armata.
Tra le contestazioni ai dieci destinatari di misure cautelari nellambito dellinchiesta sui gruppi di estrema destra a Napoli (Casapound, Hmo, Cpi e altri), anche quella di una sistematica azione di indottrinamento dei giovani militanti in chiave nazista e antisemitica.
E’ emerso, inoltre, che durante le riunioni del gruppo si discutevano contenuti e tesi del Mein Kampf di Adolph Hitler. Gli episodi di violenza contestati al gruppo comprendono anche attentati incendiario, come il lancio di bottiglie molotov contro il centro sociale di Insurgencia a Capodimonte.