Siria, chiesto riscatto per ingegnere italiano rapito

di Redazione

Mario Belluomo DAMASCO. I rapitori dell’ingegnere catanese Mario Belluomo e di altri suoi due colleghi russi, sequestrati in Siria qualche giorno fa, hanno chiesto un riscatto. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri russo.

V.V. Gorelov, Abessattar Khassoun e Mario Belluomo «sono stati rapiti da sconosciuti il 17 dicembre mentre viaggiavano in macchina da Homs a Tartus», è scritto in un comunicato. I rapitori hanno contattato per telefono la Hmisho and Co, l’acciaieria privata per cui lavoravano, e hanno chiesto un riscatto.

Belluomo ha 63 anni, è nato a Catania dove si è laureato nel 1981 in ingegneria elettrotecnica. Abita in un’elegante palazzina immersa nel verde a San Gregorio, paese della cintura del capoluogo etneo. Quest’anno fino a giugno era in Sicilia. È uno dei 5.500 iscritti all’ordine degli ingegneri di Catania. Uno dei suoi cinque fratelli, Gianfranco, ha spiegato: “Noi e i responsabili dell’unità di crisi della Farnesina volevamo che non trapelasse per evitare di farlo diventare un caso internazionale”.

La famiglia Belluomo ha chiesto il «silenzio stampa» sul rapimento: “Chiediamo ai giornalisti – dice il fratello Gianfranco – di rispettare la nostra scelta. Nostra madre, che è anziana, non sa ancora alcunché e stiamo evitando di farle guardare telegiornali o leggere quotidiani”. “Sarebbe terribile e scioccante se si presentassero cronisti a casa nostra, potrebbe stare male. Per questo invitiamo tutti a rispettare la nostra privacy”.

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