Processo Ruby, la marocchina in aula a gennaio

di Emma Zampella

RubyMILANO. Il Rubygate continua: la giovane marocchina, multata per la sua assenza ingiustificata, sarà ascoltata il 14 gennaio e a febbraio, forse, arriverà la sentenza definitiva.

Un processo, questo che vede imputato l’ex premier Silvio Berlusconi per corruzione e prostituzione minorile, che non sembra avere fine. Il giudice di Milano ha infatti convocato Ruby in tribunale per gennaio, vista la garanzia da parte del suo legale, Paola Boccardi, del suo ritorno in Italia, dopo il mese di vacanze in Messico.La marocchina al momento èstatamultata di 500 europer la sua “assenza ingiustificata”, decisione emessa dal giudice di Milano, Giulia Turri, dopo aver preso atto dall’avvocato che la giovane è pronta in vacanza in Messico. Paola Boccardi, legale della giovane, interviene per spiegare l’assenza della sua cliente: “Ha detto che è dispiaciuta per quanto è successoe mi ha assicurato che sarà presente quando sarà citata”. In aula l’avvocato ricostruisce come sia stata contattata dalla giovane marocchina e come la stessa le abbia assicurato che rientrerà in Italia il prossimo 12 gennaio”.

Ma Ilda Boccassini continua a sostenere che si tratta solo di un espediente per “dilatare i tempi processuali”.È abbastanza chiaro, secondo la Boccassini che “Ruby non ha intenzione di farsi sentire” e che quella della difesa “sia solo un’attività dilatoria”. La testimonianza della giovane marocchina è di vitale importanza ai fini del processo, perché con lei si chiuderà la lunga lista di teste prima di darespazio a requisitoria e arringhe. Il calendario prevede le date del 21 e 28 gennaio e del 4 febbraio. Proprio a febbraio, salvo sorprese, arriverà la sentenza.

E intanto le scintille tra la Boccassini e Nicolò Ghedini, il legale di Berlusconi, in aula non mancano. Nell’udienza di lunedì, Boccassini ricostruisce una sorta di crono-storia delle tappe che hanno portato ad oggi ricordando come, dal 5 ottobre scorso, i legali hanno sottolineato di non voler rinunciare alla teste Ruby e come “nell’udienza del 19 novembre l’avvocato Ghedini ha annunciato che Ruby avrebbe testimoniato il 10 o il 17 dicembre”. Date riportate dalla stampa e che Ruby “ha letto poiché ancora in Italia”. Quello di Ruby, per l’accusa sembra un viaggio “improvvisato” di cui “la giovane non informa i genitori, sebbene si sarebbe allontanata dal territorio italiano per circa un mese”. Per questo, secondo la Boccassini “è evidente che Ruby non ha intenzione di farsi sentire”, mentrela difesache “avrebbe avuto e ha tante possibilità per ascoltarla”non si è mossacon una “precisa strategia processuale”, se non quella di “un’attività dilatoria: abbiamo perso già tante udienze”.

La replica di Ghedini: “Abbiamo rinunciato a testimoni che avrebbero riempito ben più udienze” di Ruby, “da parte nostra non c’è stata nessuna attività dilatoria, abbiamo chiesto solo una volta il legittimo impedimento. Noi coinvolgeremo le sedi competenti su queste interpretazioni date dalla Procura di Milano”.

Il procuratore aggiunto non attribuisce esplicitamente a Ghedini e Longo la responsabilità dell’allontanamento improvviso dall’Italia della teste (nonché presunta vittima). Ma sostiene che i legali dell’imputato ne stanno approfittando per tirare in lungo il processo. D’altronde, dice Ghedini, é illogico sostenere che la testimonianza della ragazza venga rinviata a forza di trucchi per evitare che la sentenza arrivi nel pieno della campagna elettorale: “Ruby é partita all’inizio di dicembre, mentre la decisione di andare ad elezioni anticipate é stata presa solo il 7 dicembre. Quindi, a meno che non avessimo la sfera di cristallo….”.

Resta il fatto, secondo Boccassini, che la partenza della superteste per il Messico é stata tanto improvvisa quanto inspiegabile, oltre a denotare una rilevante disponibilità economica. La dottoressa rivela infatti che Ruby é partita per il Messico non solo insieme al fidanzato Luca Risso ma anche con la figlia Sofia, “i genitori di Luca Risso il 27 novembre hanno chiesto alla questura di Genova l’autorizzazione all’espatrio”. E la vacanza durerà oltre un mese, “in una località notoriamente costosa come Cancun”.

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