Primarie, Renzi a Bersani: “Basta rissa, prendiamoci un caffè”

di Redazione

 ROMA. “Caro Bersani, siamo entrambi a Milano. Ci prendiamo un caffè insieme e facciamo un appello alla serenità per domani?”.

Matteo Renzi su Twitter propone la tregua al segretario del Pd, alla vigilia del secondo turno delle primarie del centrosinistra. Al contempo, però, su facebook, torna a proporre lo schema noi-loro inviso al segretario, stilando 20 aspetti che lo differenziano dal competitor. E si apre anche un caso milanese: “Sono state accolte 200 domande di registrazione su 14mila”, denuncia il comitato del rottamatore.

A Milano e in provincia sono state accolte solo 200 delle circa 14.300 richieste di votare al ballottaggio delle primarie del centrosinistra pervenute da cittadini che non sono andati alle urne al primo turno, ha reso noto Gabriele Messina, delegato dei comitati per Renzi per la Provincia di Milano, sulla base di dati ufficiosi che verranno analizzati alle 14 dalla commissione. In tutto sono pervenute 600 richieste depositate a mano, 700 email, e 13 mila domande caricate online che “non sono state neppure analizzate”. Tra queste anche quella di Nando Dalla Chiesa. “Sono state respinte richieste di persone che hanno presentato certificati medici – ha spiegato Messina – che avevano bambini ammalati, o che si trovavano all’estero”. Secondo quanto ha reso noto Giorgio Gori, in provincia di Lecco sono state accolte 6 domande su 928, e in provincia di Bergamo 38 su 1.833.

I giorni precedenti il ballottaggio non potevano essere più agitati. Ancora scontri: sulle regole, sulle alleanze, su modi agli antipodi di fare campagna. Dopo aver invitato tutti coloro che si sono registratio in ritardo ad andare a votare, lo sfidante rottamatore, intervistato dal Mattino, ribadisce che “è un errore cacciare gli elettori” e si rivolge al Sud che al primo turnolo ha penalizzato. Bersani, all’Unità, torna a lanciare un appello a Renzi: “Non sfregiare le primarie, pensiamo al dopo che ci aspetta”.

“Ho sbagliato, avrei dovuto farmi capire meglio ma io una ricetta per il Sud ce l’ho”, assicura il sindaco al Mattino. La ricetta di Renzi va “dalla lotta alla burocrazia, alle infrastrutture” perché, spiega, “senza il Meridione la partita l’Italia non la gioca neanche”. Renzi ribadisce poi di non volere il ticket con Bersani per Palazzo Chigi mentre sul partito aggiunge: “Sono una risorsa? Se è così vorrei che lo dicessero”. Al Sud, spiega ancora Renzi, “mi è mancato il voto d’opinione” “a Napoli l’ha preso Vendola. Non siamo riusciti a fare di più”.

Ora comunque il sindaco di Firenze afferma di contare su “tre fattori: l’elettore medio di Vendola non è detto che lo segua nell’accordo con il segretario e anche i centomila voti della Puppato possono servire a ridurre il distacco e poi ci sono gli elettori nuovi, già centomila”. Alla domanda se potranno votare, Renzi afferma: “Noi diciamo di sì. La scorsa settimana bastava presentare la copia della mail per deporre la scheda. Butteranno tutti fuori? Sconvolgente che un partito possa decidere di rifiutare i nuovi elettori”.

“Resto ferito, e umanamente deluso – aggiunge – quando si dice che ho violato le regole”. Poi Renzi parla d’altro: “Le Province? non serve prevedere l’accorpamento, vanno abolite”. La no-tax area, prosegue Renzi, “è un’opportunità che va verificata con l’Ue” mentre sul tema della mafia fa sapere: “Vengo da una cultura che vede nella lotta alla mafia un punto di riferimento della rinascita civile”, e “poi la criminalità ce l’abbiamo anche a Firenze, così come si annida a Milano”.

Il segretario del Pd Bersani rivolge, in un colloquio con l’Unità, un appello al sindaco a “non rovinare la splendida avventura delle primarie che ha riavviato il rapporto tra politica e cittadini”, che non merita di essere “turbata né sfregiata” ma rilanciata “per la vera battaglia che ci aspetta tutti quanti che è quella per il dopo”. Secondo Bersani non riconoscere le regole stabilite è una “turbativa” per il segretario, e “chi si candida a guidare il Paese deve dare l’idea che non si cambiano le regole per convenienza”. Una tirata d’orecchie dopo la strigliata di ieri, quando Bersani ha esortato Renzi a dire qualcosa di sinistra.

Bersani respinge l’accusa di voler limitare la partecipazione: “Ho fatto il massimo per promuoverla”. Infine, il segretario dei democratici rivendica come un successo il sì che il governo Monti ha deciso di dare all’ingresso della Palestina all’Onu: “Siamo riusciti a far assumere al governo una posizione avanzata, una scelta per far vincere la pace e per far perdere le armi”.

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