Ingroia si candida e lancia la sua “Rivoluzione civile”

di Mena Grimaldi

 ROMA. “Saremo milioni, perché vogliamo fare una rivoluzione pacifica, una rivoluzione dei cittadini, una rivoluzione civile per la quale abbiamo costituito una lista, per la quale mi candido a premier”.

Così il magistrato Antonio Ingroia ha presentato il suo schieramento dove si candida premier. “Quando giurai fedeltà alla Costituzione – sottolinea Ingroia- pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un Paese normale, in una situazione normale, siamo in un’emergenza democratica, dovuta allo strapotere dei sistemi criminali, alle insufficienze e alle inadeguatezze della politica.

“E’ venuto il momento della responsabilità politica. Antonio Ingroia -dice il magistrato parlando di sé – non si propone come salvatore della patria, vuol essere soltanto un esempio come tanti cittadini che si mettono in gioco. Il mio impegno è in linea di continuità con la mia attività di magistrato”, perché “quella strada sulla verità delle stragi e della stagione più buia della nostra storia alla magistratura è stata sbarrata in sedi politiche e occorre entrare in politica per riaprire la strada per la verità”.

Poi, riferendosi a Pier Luigi Bersani dice: “siamo pronti a confrontarci, purché il Pd esca dalle sue contraddizioni” dopo aver sostenuto in modo “convinto” il governo Monti. Il magistrato rivolge poi un ringraziamento a Nichi Vendola, che “aveva invitato Bersani a tenere una porta aperta”.

E a Beppe Grillo ripete : “apriamo un confronto serio, valutiamo che opportunità ci sono per dare una sterzata vera, autentica al governo di questo Paese”. Uniche preclusioni per Silvio Berlusconi e Mario Monti, quest’ultimo “sceso in campo per sostenere politiche identiche a quelle di Silvio Berlusconi”. Rivoluzione civile, quindi, è “un polo ambizioso, alternativo al berlusconismo e al montismo, che vuole cambiare il Paese. Siamo il vero voto utile per cambiare il Paese”.

E guardando al “modello virtuoso” che ha portato Leoluca Orlando e Luigi De Magistris a diventare sindaci di Palermo e Napoli “spinti dai cittadini, pensiamo che allo stesso modo – conclude – noi dobbiamo conquistare e conquisteremo Palazzo Chigi”.

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