Ilva, mandato di cattura europeo contro Fabio Riva: latitante all’estero

di Redazione

Fabio RivaTARANTO. La Procura della Repubblica di Taranto ha chiesto un mandato di arresto europeo nei confronti di Fabio Riva,vicepresidente di “Riva Fire” (proprietaria dell’Ilva di Taranto), ricercato dal 26 novembre sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

E’accusato di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, emissione di sostanze inquinanti e avvelenamento da diossina di sostanze alimentari. La richiesta è stata depositata sul tavolo del gip del Tribunale, Patrizia Todisco, dopo che la Guardia di Finanza aveva consegnato un verbale di vane ricerche e il dirigente dell’Ilva era stato dichiarato ufficialmente latitante.

Nei giorni scorsi i legali dell’imprenditore avevano consegnato alla Procura una lettera fatta pervenire dallo stesso Riva e datata 27 novembre. Riva scriveva che, quando aveva saputo che nei suoi confronti era stato emesso un provvedimento cautelare, si trovava in Inghilterra e, per questo motivo, dopo essersi consigliato con uno studio legale di Londra, aveva deciso di mettersi “a disposizione” delle autorità inglesi. Stratagemma che però difficilmente servirà ad evitare l’emissione di un mandato di arresto europeo.

Alla Procura della Repubblica di Taranto non è stato molto gradito il decreto legge che autorizza l’Ilva a produrre anche con gli impianti sotto sequestro ed è in preparazione un ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.

A tenere banco è anche l’ipotesi di una evacuazione del quartiere Tamburi, a ridosso dell’impianto siderurgico, per tutelare la salute degli abitanti. Ipotesi ventilata dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, come una tra quelle esaminate con il sindaco di Taranto, Stefano Ippazio, ma smentita dallo stesso ministro. “L’ipotesi – ha commentato il sindaco – è puro frutto della fantasia di chi vuole ad ogni costo mantenere un clima di esasperazione in città”. Il primo cittadino ricorda che con la Regione Puglia si è solo valutata la possibilità di eliminare le case parcheggio del quartiere, che contengono amianto, ma si attende anche la disponibilità di alloggi dismessi o di proprietà della Marina Militare.

Intanto, il comitato”Cittadini e lavoratori liberi e pensanti” lunedì ha celebrato il “funerale di Taranto”, inscenando un corteo funebre davanti al Palazzo di città in segno di protesta contro il decreto legge del governo. Ciò mentre i sindacati cercano di tenere alta l’attenzione sullo stabilimento. La Cgil, infatti,ha chiesto all’Ilva di rendere noti piano industriale e piano di investimenti complessivi per il risanamento dell’impianto.

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