Caso Cucchi: “La malnutrizione fu la causa della morte”

di Mena Grimaldi

 ROMA. “Il decesso di Stefano Cucchi fu determinato da una carenza di cibo e liquidi, di conseguenza i medici ne determinarono il decesso non avendo trattato il paziente in modo adeguato”.

E’ quanto hanno scritto i periti incaricati dalla III Corte d’assise di Roma di accertare le cause della morte del 31enne geometra romano. Il giovane morì nel 2009 nel reparto giudiziario dell’ospedale Pertini di Roma, a pochi giorni dal suo arresto.

Il processo vede imputati alcuni infermieri e medici dell’ospedale. Nella perizia, redatta dal gruppo di lavoro dell’Istituto Labanof di Milano, si legge: “In definitiva la causa della morte di Stefano Cucchi, per univoco convergere dei dati anamnestico clinici e delle risultanze anatomopatologiche, va identificata in una sindrome da inanizione”. “Con il termine di morte per inanizione – scrivono i periti – si indica una sindrome sostenuta da mancanza (o grande carenza) di alimenti e liquidi”.

“Tutti i sanitari della Medicina protetta del Pertini – si legge nella perizia – ebbero una condotta colposa, a titolo sia di imperizia, sia di negligenza, quando non di mancata osservanza di disposizioni comportamentali codificate”. “I medici del reparto di medicina protetta dell’ospedale Pertini non si sono mai resi conto di essere (e fin dall’inizio) di fronte a un caso di malnutrizione importante, quindi non si sono curati di monitorare il paziente sotto questo profilo, né hanno chiesto l’intervento di nutrizionisti (o di altri specialisti in materia), e, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso”, scrivono i periti.

Non solo. I medici sono anche colpevoli di non aver informato in maniera adeguata Stefano Cucchi dei rischi che correva digiunando: “Non avendo consapevolezza della patologia di cui Cucchi è affetto, venne pure a mancare da parte dei sanitari una adeguata e corretta informazione al paziente sul suo stato di salute e sulla prognosi a breve inevitabilmente infausta, nel caso egli avesse persistito nel rifiutare cibi e liquidi”.

“Il corpo di Cucchi – scrivono i periti – presenta una serie di lesioni ed escoriazioni crostose, persino ulcere, che possono trovare la loro eziologia in microtraumi (sfregamenti, grattamenti, aree di appoggio e da decubito) anche di epoca precedente all’arresto, in manovre relative al trattamento da parte dei sanitari e persino nelle condizioni patologiche del Cucchi; esse quindi non possono essere attribuite con certezza ad episodi traumatici di una certa violenza/entità avvenuti tra l’arresto e il ricovero”. La prossima udienza si terrà tra una settimana.

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