Berlusconi: “Ma che ce ne frega dello spread!”

di Redazione

 ROMA. Silvio Berlusconi apre la campagna elettorale e attacca il premier Mario Monti, ritenendo che con il governo tecnico tuttosia peggiorato.

“E’ un imbroglio, cosa ci importa di quello che pagano sugli interessi gli altri paesi?”, è stata la risposta dell’ex premier a una domanda sulla crescita del differenziale fra i Btp italiani e il Bund tedesco avvenuta dopo l’annuncio delle dimissioni di Monti.

“Si usa lo spread per cercare di abbattere una maggioranza votata dagli italiani e che governava il paese. Prima non ne avevamo mai sentito parlare dello spread, se ne parla solo da un anno, e cosa ce ne importa?”, ha aggiunto l’ex premier intervistato da Canale 5.

“L’anticipo delle elezioni dovute alle dimissioni di Monti è risibile si tratta poco più di un mese. Quindi non c’è assolutamente una ragione vera perché i mercati si debbano e possano agitare”, ha continuato Berlusconi.

“Con noi al governo il pil era positivo dello 0,6%, con questo governo è andato sotto del due virgola qualcosa per cento”,ha poi sostenuto ancora il Cavaliere, che ha sottolineato: “Tutto è peggiorato”. “Non voglio dire che ci sono stati degli errori ma Monti ha seguito una politica troppo germanocentrica. Gli indicatori economici sono tutti peggiorati, non sta a me dare giudizi, ma i dati sono tutti negativi”, ha affermato ancora Berlusconi.

Intanto, Mario Monti non crede a “complotti” occulti di investitori sui mercati, ma sottolinea che spesso ci sono soggetti che agiscono “senza scrupoli”. “Nei mercati finanziari – ha detto il premier a Unomattina – ci sono infiniti soggetti grandi e piccoli che cercano di fare i loro interessi, spesso senza scrupoli», ma «non credo che ci siano complotti occulti”.

Il recente andamento dello spread è un fenomeno “che va preso con una certa calma e freddezza”, ma certamente dobbiamo “stare molto attenti” e anche “spazzare via alcuni miti” come quello che non ha “rilievo” ciò che un Paese fa e “spero che anche in questo non si trattano i cittadini come più sprovveduti di quanto siano”, ha aggiunto il capo del governo, che ha annunciato le dimissioni dopo l’approvazione della legge di stabilità.

“Sarei felice di apprendere da qualcuno come sarebbe stato possibile salvare l’Italia da un destino greco e intanto farla crescere a ritmo veloce. Questa era una ricetta da trovare qualche anno prima, quando non c’era da curarsi da una grande difficoltà finanziaria”, ha detto ancora Monti. In campagna elettorale “c’è la tendenza a presentare soluzioni magiche per seguire gli istinti un po’ viscerali dei cittadini anziché proporre un programma per il loro futuro”, ha aggiunto il premier. “Il populismo c’è in quasi tutti i paesi d’Europa, e in Italia c’è stato in manifestazioni di spirito secessionistico, sia pure a corrente alternata”, ha affermato ancora Monti, con un implicito riferimento alla Lega Nord.

“C’è qualcuno al mondo che può pensare che lo spread non sia importante? Cioè che i tassi d’interesse non siano importanti? Che la credibilità del Paese non sia importante? Probabilmente non è stato bene inteso”. Così il ministro delle Sviluppo Corrado Passera commenta le parole di Berlusconi: “Non è l’unico indicatore ma è un indicatore importante”.

“È stato un grave errore far cadere il governo Monti”. È la dura presa di posizione assunta dal Partito popolare europeo, a cui il Pdl dice sempre di ispirarsi, nei confronti della decisione di Silvio Berlusconi di staccare la spina a Monti. “Siamo molto preoccupati – ha detto Joseph Daul, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, in una conferenza stampa a Strasburgo – Per l’euro e per l’economia non ci possiamo permettere una politica spettacolo, serve una politica rigorosa”.

“Siamo nel campo delle opinioni personali. Lo spread è importante perché impatta direttamente sul costo del nostro debito pubblico”. Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, commenta le parole di Berlusconi. Ora “quello che davvero conta è che dalle prossime elezioni esca un governo stabile, capace di governare” e che sia “basato sulla buona politica”. È stato poi l’auspicio del leader degli industriali.

Per Luca Cordero di Montezemolo “è fondamentale coprire uno spazio politico riformista, popolare, liberale e di cultura europea per evitare che paradossalmente si possa rischiare di avere l’Italia com’era nel ’94”. Il presidente della Ferrari fa un paragone con quell’anno “dove al posto di Occhetto, con tutto il rispetto per le persone, c’è Bersani ma all’insegna del ‘che tutto cambi perchè niente cambi'”.

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