475 morti e 200mila sfollati nelle Filippine: il bilancio del tifone “Bopha”

di Emma Zampella

 MANILA. Sale a 475 il bilancio dei morti nelle Filippine a causa del tifone “Bopha”: 200mila sono gli sfollati.

La calamità che ha investito l’arcipelago asiatico è la peggiore dall’inizio dell’anno. Martedi’ interi villaggi dell’isola di Mindanao sono stati rasi al suolo come conseguenza dei venti impetuosi e dalle piogge torrenziali che hanno causato alluvioni e smottamenti. Gran parte delle vittime risiedeva nelle province di Valle di Compostela e Davao orientale di Mindanao.

Il tifone ha anche messo a repentaglio il settore delle banane, di cui le Filippine sono il terzo esportatore al mondo: un quarto delle piantagioni, pari a ben 42mila ettari, e’ stato distrutto dal tifone, hanno fatto sapere l’organizzazione dei produttori che ha stimato i danni in 250 milioni di euro. Con la tempesta ormai sul Mar cinese meridionale e diretta verso la Cina o il Vietnam, la sfida per i soccorritori è raggiungere in fretta le aree rimaste isolate.

”Intere famiglie sono state spazzate via”, ha dichiarato il ministro degli interni, Manuel Roxas, aggiungendo che alcuni corpi sono stati ritrovati a 10 km di distanza. Raggiungere l’entroterra rurale di Mindanao è un’impresa ardua per i militari impegnati nelle operazioni di soccorso, date le devastazioni a strade e ponti di accesso, e la mancanza di elettricità che impedisce le comunicazioni. Man mano che gli elicotteri riescono ad accedere ai villaggi dell’interno, le autorità temono di scoprire nuove vittime non ancora considerate tra i dispersi.

Anche nelle aree già raggiunte, tuttavia, l’impossibilità di seppellire in fretta i corpi mantiene alto il rischio di epidemie. Coperti da foglie di banano, i cadaveri sono rimasti esposti al caldo tropicale per il riconoscimento da parte dei familiari; un compito straziante e in molti casi complicato, date le gravi ferite. Secondo gli esperti, il bilancio delle vittime sarebbe potuto essere ancora più grave senza le precauzioni prese alla vigilia dalle autorità, tra cui l’evacuazione di 170 mila persone; una misura decisa dopo l’impreparazione dimostrata di fronte all’emergenza del tifone Washi di un anno fa, quando morirono 1.500 persone.

Quella tempesta seguì un percorso simile (e con un’intensità minore) rispetto a quello di Bopha, coinvolgendo anche in quel caso l’isola di Mindanao, più povera di altre nell’arcipelago ma tradizionalmente risparmiata dalla maggior parte della ventina di tifoni che ogni anno colpiscono il Paese.

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