Omicidio Noviello, tre ergastoli inflitti al clan dei casalesi

di Redazione

Domenico NovielloSAN CIPRIANO. Il gup del tribunale di Napoli Isabella Iaselli ha condannato all’ergastolo al termine del giudizio abbreviato tre degli esecutori dell’omicidio di Domenico Noviello, …

… il titolare di un’autoscuola di Castel Volturno ucciso il 16 maggio del 2008 dal gruppo di fuoco del clan dei Casalesi capeggiato da Giuseppe Setola. Si tratta degli imputati Massimo Alfiero, Giovanni Bartolucci e Davide Granato.

Il giudice ha inoltre concesso il risarcimento dei danni di 50 mila euro, a titolo di provvisionale, ai quattro figli, alla ex moglie e alla compagna di Noviello, originario di San Cipriano d’Aversa. La sentenza ha anche riconosciuto il risarcimento dei danni pari a due milioni di euro al ministero dell’Interno, che si era costituito parte civile nel processo, e di 300 mila euro a ciascuna delle varie associazioni costituitesi in giudizio, tra cui il comitato Don Diana, la Fai e il coordinamento napoletano antiracket.

Noviello fu la seconda delle 18 vittime della strategia del terrore messa in atto tra il maggio e il dicembre 2008 da Setola per riaffermare il predominio del clan sul territorio. Dalle indagini effettuate dalla Squadra Mobile di Caserta emerse come l’operatore fosse stato ucciso per vendetta, in quanto alcuni anni prima, nel 2001, aveva fatto arrestare per estorsione alcuni esponenti della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, tra cui Alessandro e Francesco Cirillo, entrambi imputati per l’omicidio Noviello insieme a Set«ola e altri cinque esponenti dell’ala stragista nel procedimento con rito ordinario in corso alla corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Alfiero, per gli investigatori, fu uno degli esecutori: utilizzò due pistola semiautomatiche sparando all’indirizzo di Noviello 25 colpi; Bartolucci avrebbe fornito una delle armi mentre Granato sarebbe stato lo “specchiettista”, ossia quello che avrebbe avvisato il commando dell’arrivo della vittima sul luogo dell’agguato.

Il presidente nazionale della Federazione Nazionale delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane, Tano Grasso, dichiara: “E’ una significativa sentenza di condanna. L’autorità giudiziaria napoletana ha dato una importante risposta di giustizia a quanti sono stati colpiti dall’omicidio di Domenico Noviello. A distanza di oltre quattro anni, il suo sacrificio alimenta l’esperienza dell’associazione antiracket e a differenza di quegli anni oggi gli imprenditori hanno un significativo strumento di autorganizzazione e autotutela. Nessuno sarà più solo né isolato”.

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