Differenziata: cresce la Campania. Salerno record, Napoli ferma

di Redazione

 NAPOLI. Sono i piccoli Comuni a fare della Campania la “migliore” regione del Sud rispetto alla presenza e alle performance dei “comuni ricicloni”.

A sottolineare il dato è Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania in occasione della premiazione dei Comuni virtuosi.

Secondo i dati, infatti, in piccoli Comuni si toccano “punte di eccellenza” con il 90% di differenziata cui segue Salerno con quasi il 70%. Un dato che pone il capoluogo salernitano “al primo posto – ha detto Buonomo – tra i capoluoghi di provincia del Mezzogiorno e nei primissimi posti in Italia nel confronto con realtà delle medesime dimensioni”. A Salerno – ha spiegato Buonomo – il ciclo integrato dei rifiuti è quasi chiuso.

Da Buonomo la denuncia sull’assenza nel territorio regionale di impianti di compostaggio, di impiantistica di base “necessaria” per far fronte alle esigenza dei Comuni virtuosi che – ha sottolineato il leader di Legambiente – “rischiano di pagare di più” perché costretti a portare la frazione organica in altre Regioni, “mentre – ha proseguito – con quanto si spende ogni anno per i trasferimenti, si potrebbe dotare il territorio regionale di impianti”.

“L’ottava edizione di “Comuni ricicloni” – spiega Antonio Gallozzi direttore di Legambiente Campania – si svolge in un momento in cui, ancora una volta purtroppo, si vanno sempre più materializzando gli spettri di una nuova fase di emergenza. Nell’ultimo anno, indubbiamente, si è concretizzato ben poco per superare la storica carenza strutturale che pregiudica la corretta gestione dei rifiuti. Dopo l’inaugurazione dell’impianto di compostaggio di Salerno, stentano ad attuarsi gli impianti di digestione anaerobica dei rifiuti umidi presso lo Stir di Tufino e quello preannunciato per Giugliano, nonché il completamento degli impianti di compostaggio di Giffoni Valle Piana, Eboli e San Tammaro, che anche se ancora insufficienti darebbero comunque un grosso aiuto alla risoluzione del problema”.

“Dopo gli imperdonabili errori del passato – commenta Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente – serve mettere in campo una volta per tutte la giusta cura per risolvere la questione rifiuti e contrastare le attività delle ecomafie. In Campania non si può prescindere dall’inevitabile costruzione degli impianti di smaltimento della frazione residuale e dalla costruzione di impianti di digestione anaerobica per trattare l’organico”.

E proprio sulla questione degli impianti scoppia la polemica tra il presidente della Commissione regionale ecomafia Antonio Amato – che dopo un sopralluogo nello Stir di Giugliano aveva stigmatizzato il ritardo nell’adeguamento della strattura per consentire il trattamento della frazione umida e evitare i viaggi all’estero – e l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano. “Lo Stir di Giugliano, contrariamente a quanto affermato, è già dotato di impianto di biostabilizzazione del rifiuto”, replica Romano, che aggiunge: “L’attività di biostabilizzazione era in atto fino a qualche mese fa, quando è stata interrotta a causa della saturazione dei capannoni per il rallentamento dei conferimenti extraregionali dei rifiuti trattati e non già per carenze strutturali. Il processo di biostabilizzazione prevede, infatti, che il rifiuto debba essere trattato per almeno 21 giorni, attraverso il meccanismo, già attivo, delle insufflazioni d’aria. Ciò determina la necessità di adeguati spazi per lo stoccaggio che, evidentemente, allo stato attuale non sono sufficienti. Per questo la necessità di garantire una evacuazione giornaliera implica l’impossibilità di stabilizzare. Al momento – aggiunge Romano – sono ripresi i regolari conferimenti fuori regione, ciò permetterà entro trenta giorni il riavvio del processo”.

Non si fa attendere la risposta di Amato: “Se sullo Stir di Giugliano ho mentito chiedo all’assessore Romano di denunciarmi. L’assessore è molto impegnato e purtroppo chi lavora tanto può sbagliare. La commissione nel sopralluogo ha verificato che in quello Stir la biostabilizzazione non si fa e i tecnici ci hanno spiegato che non si è mai fatta. Quindi, se ho dichiarato il falso, chiedo all’assessore di denunciarmi, e nel frattempo di inviarci una relazione dettagliata sullo stir di Giugliano che certifichi che in quell’impianto si fa la biostabilizzazione”.

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