Cimitero nel degrado: la denuncia di “Teverola Avanti”

di Redazione

 TEVEROLA. Nemmeno il giorno di Ognissanti ha regalato un’immagine degna di un luogo sacro, al cimitero di Teverola.

Ancora una volta, nella ricorrenza della commemorazione dei Defunti, si entra in un camposanto con una pavimentazione a base di terriccio e pietrisco, per partecipare a una santa messa celebrata all’aperto o in una cappella dei defunti, non esistendo una sala per officiare dignitosamente la celebrazione eucaristica. E cosa dire poi dell’ampliamento atteso e ancora all’anno zero?

Si resta sempre in attesa di conoscere gli aventi diritto del bando dei loculi relativo all’anno 2011. Il Comune per quel bando ha già incassato 500 euro di acconto per circa 250 domande equivalenti ad un importo complessivo di circa 125mila euro. E qual è il risultato?

Forse un passo in avanti è stato compiuto relativamente alla realizzazione dei monumenti, ma per quanto riguarda la costruzione delle cappelle gentilizie, non si intravede nessuno spiraglio. Eppure si tratta di 35 cappelle per le quali sono stati già versati circa seimila euro ciascuna, già da diversi anni.

Non si comprende il motivo per il quale il sindaco non abbia ancora provveduto ad estendere la videosorveglianza all’area cimiteriale, considerato che l’ente paga già un canone mensile alto per le videocamere installate presso le scuole e la casa comunale.Basterebbe ampliare il raggio d’azione, ma forse si ritiene che i furti che hanno arrecato notevoli danni a tanti concittadini e devastato numerose cappelle non siano ancora sufficienti, per adottare provvedimenti concreti.

Questo gruppo consiliare ha già messo in campo tutte le azioni necessarie affinché il sindaco faccia chiarezza sulla lunga e grave empasse che ha caratterizzato il cimitero di Teverola, a partire dai lavori del primo ampliamento cimiteriale.

Auspichiamo che questo tema, tanto caro a tutti i Teverolesi, non debba conoscere l’ennesimo e solito epilogo di un “disastro generale”.

I consiglieri di “Teverola Avanti”, Dario Di Matteo e Maurizio Di Chiara

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