Riforma forense, protestano gli studenti di Giurisprudenza

di Redazione

 SANTA MARIA CV. Gli studenti della Facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università degli Studi di Napoli contestano apertamente la riforma forense approvata alla Camera il 31 ottobre.

“Non ci sentiamo rappresentati – dicono – da chi sostiene questo progetto di legge volto formalmente a ridisciplinare il settore forense. Dopo anni di studio e sacrificio non solo per gli studenti, ma anche per le loro famiglie costrette a sopportarne il gravame economico, i nostri parlamentari pensano che il ridimensionamento del numero degli avvocati in Italia possa essere ottenuto con l’iscrizione obbligatoria ad una scuola di specializzazione per 18 mesi e a pagamento. Una scelta deprecabile che crea un filtro di natura meramente burocratica e a parer nostro anticostituzionale in quanto lede i diritti degli studenti. Tutto questo crea un sapore corporativo”.

“Il filtro – aggiungono – che la classe politica ha intenzione di creare vede la possibilità di sostenere l’esame di abilitazione solo una volta l’anno. E’ inimmaginabile una limitazione di questo tipo considerando gli esiti degli ultimi esami di Stato e considerando che nella migliore delle ipotesi, se si è ammessi, trascorra un anno e mezzo prima dell’iscrizione all’Albo. In questo modo si prolunga la partecipazione alle lezioni ex cattedra e si svilisce l’intensità della pratica tanto auspicata dopo anni di studio. Questa è una riforma che non crea alcun tipo di stabilizzazione e di indipendenza reale per lo studente neolaureato in Giurisprudenza. E’ una riforma che per limitare il numero degli avvocati in Italia pensa a qualsiasi rimedio giocando al gioco del bastone e della carota. Dobbiamo ripartire pensando alle vere falle del sistema e favorire una riforma che riconsideri un modello a misura di giurista”.

Giovedì 22 novembre si terrà un corteo dall’aulario di giurisprudenza al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, “per informare chi non è ancora al corrente e soprattutto per dare un segnale forte a chi vuole negarci un futuro”, spiegano gli studenti.

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