Gli studenti del ‘Quercia’: “Non scioperiamo per saltare le lezioni”

di Redazione

 MARCIANISE. Gli alunni del Liceo “Quercia” di Marcianise, martedì mattina, hanno deciso di indire un’assemblea straordinaria al termine della quale hanno proclamato il regime di “autogestione”.

L’impressione generale è che ciò sia stato attuato solo per poter evitare le lezioni. Per questo tre studenti hanno deciso di far sentire la loro voce.

Primo intervento: “Volevo spiegare la varie motivazioni per cui oggi abbiamo indetto questa protesta; in primis, vogliamo ribellarci alla L.953 “Legge Aprea”, che di qui a poco verrà discussa in parlamento, legge secondo cui la scuola dovrà adeguarsi alle diverse realtà socio-economiche del territorio e quindi andrà a consolidare le disuguaglianze formando scuole di serie A e di serie B, detta legge propone inoltre il rafforzamento dei poteri del Dirigente scolastico esautorando così gli organi di rappresentanza studenteschi. La L.953 sembra voler privatizzare la scuola, rendendola facilmente condizionabile da “poteri esterni”, che avranno voce in capitolo su ogni cosa addirittura sui programmi delle lezioni, forti dei contributi da loro elargiti ai singoli istituti. La nostra protesta abbraccia anche altre tematiche come i tagli all’istruzione, alla ricerca, alle università, ma anche e soprattutto i tagli alla nostra voglia di riscatto, alla nostra libertà di scelta, al futuro.

Secondo intervento: “In merito a quanto detto dal mio compagno, volevo precisare che la protesta non è rivolta al nostro Dirigente o ai nostri docenti, siamo consapevoli e orgogliosi del lavoro che svolgono per noi ogni giorno. Il nostro intervento è dettato dalla rabbia, dallo sconforto, e non perché siamo a Marcianise tutto ciò che avviene a Roma, in parlamento è a noi avulso, non significa che non ci tocca, non ci ferisce; esempio lampante di quanto detto, sono i taglia alle attività extracurricolari. Queste fino a qualche anno fa erano molteplici proprio per accontentare tutto il panorama studentesco, quest’anno invece sono stati attuati solo tre corsi, nello specifico: il corso di lingua inglese, il laboratorio di teatro greco e di teatro moderno. Non tutti gli studenti si riconoscono in queste tre opzioni, anche perché queste attività richiedono particolari attitudini e specifiche competenze. Ciò preclude a molti studenti la possibilità di conseguire dei crediti formativi extra, importanti per la buona riuscita dell’esame di maturità”.

Terzo intervento: “I miei compagni sono stati molto chiari nell’esporre le motivazione che ci hanno indotto ad intraprendere questa strada, ci tenevo però a sottolineare che la nostra presa di posizione vuole essere un messaggio forte alle istituzioni locali e nazionali. La crisi infatti non si rinviene solo negli istituti scolastici, ma tocca tutti noi personalmente è una realtà con cui le nostre famiglie si confrontano ogni giorno, per questo vogliamo far sentire il nostro urlo di rancore e insoddisfazione; e quale posto migliore per lanciare la nostra protesta se non la scuola, focolare culturale e fucina di speranze?”.

“Speriamo – affermano gli studenti – che queste dichiarazioni dimostrino le vere motivazioni che ci spingono a lottare; non siamo degli scansafatiche o degli imbroglioni che utilizzano i problemi a proprio vantaggio per poter non studiare o ‘scampare’ qualche interrogazione. Noi protestiamo perché pretendiamo che i nostri diritti siano garantiti e tutelati; ulteriore dimostrazione di ciò e della nostra buona volontà è il Programma dell’autogestione, che abbiamo stilato, contente molteplici attività come convegni, dibattiti, incontri formativi ecc. riguardanti tematiche molto vicine a noi adolescenti. Vogliamo solo essere padroni delle nostre scelte e della nostra vita. A noi il nostro Futuro”.

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