Estorsioni, torna in carcere affiliato ai Belforte

di Redazione

 MADDALONI. Gli agenti della squadra mobile di Caserta, agli ordini del vicequestore Angelo Morabito, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di Pietro Iulio, 32 anni, di Maddaloni.

L’uomo, ritenuto affiliato al clan Belforte, attivo a Marcianise e dintorni, era già stato tratto in arresto il 12 marzo scorso, insieme ad altre persone, ma era stato scarcerato dal tribunale del Riesame di Napoli per difetto dei gravi indizi di colpevolezza. Poi, il 29 ottobre scorso, in sede di giudizio abbreviato, Iulio è stato condannato alla pena di tre anni e sei mesi di reclusione. Pertanto, il gip, su richiesta del pm della Dda di Napoli, ha disposto l’applicazione della misura cautelare.

L’operazione rappresenta l’epilogo di una penetrante attività investigativa, anche di carattere tecnico, condotta nei confronti del clan Belforte-gruppo D’Albenzio, che ha permesso di svelare mandanti ed esecutori materiali di una serie di atti intimidatori, di matrice estorsiva, e danneggiamenti consumati, nei mesi scorsi, a Cervino, nei confronti di esponenti politici locali e impiegati comunali.

Secondo le risultanze investigative, il movente di tali atti sarebbe riconducibile alla mancata elargizione da parte del comune del cosiddetto “reddito di cittadinanza”, cioè di un contributo comunale per gli affitti, alla moglie di Palladino Spallieri, fra gli arrestati del marzo scorso.

Tra i destinatari della misura cautelare figura Giorgio D’Albenzio, considerato il reggente, insieme al fratello Clemente, del clan Belforte nell’area di Maddaloni, dove avrebbe ricompattato le fila dell’organizzazione con un nutrito gruppo di giovani, al fine di riaffermare, con la violenza e le intimidazioni, il potere criminale del clan, minato, negli ultimi anni, da numerose operazioni di polizia e dalle pesanti condanne che ne hanno colpito i vertici e decimato gli affiliati.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Giorgio D’Albenzio, insieme al figlio Andrea, tra il 2009 ed il 2010 avrebbe ripetutamente tentato di estorcere somme di denaro ad un imprenditore titolare di un’impresa di trasporti e di una ditta di onoranze funebri.

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