Sequestro Spinelli: altri indagati

di Mena Grimaldi

 MILANO. Ci sarebbero altri indagati, complici delle sei persone arrestate lunedì, nell’inchiesta della procura sul sequestro lampo di Giuseppe Spinelli e la moglie nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, conosciuto come il ragioniere di Silvio Berlusconi.

A riferirlo, fonti investigative, anche se, al momento, non si sa quanti siano e chi siano gli indagati. Le fonti hanno anche riferito di non aver trovato nessuna somma di denaro, riconducibile ad un probabile riscatto, durante le perquisizioni di lunedì, ma di aver trovato pistole giocattolo, probabilmente usate durante il rapimento.

Lunedì la polizia aveva arrestato sei uomini, tre albanesi e tre italiani, con l’accusa di aver rapito Spinelli. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i malviventi sostenevano di essere in possesso di documenti in grado di ribaltare, a favore di Berlusconi, la sentenza di appello del processo sul Lodo Mondadori,in cambio di 35 milioni di euro, e intendevano avvalersi della coppia come intermediari per mettersi in contatto con l’ex premier.

Sulla vicenda, però, molti sono ancora i punti poco chiari. Come il ritardo di 24 ore con cui l’avvocato Niccolò Ghedini denunciò il fatto alle autorità e se sia stato pagato un riscatto o meno. “Preciso chenessuna somma di denaro è mai stata pagataa chicchessia, né vi è stata alcuna trattativa con i sequestratori. Qualsiasi illazione su questo punto è totalmente destituita di fondamento”, ha scritto martedì in una nota il legale.

“Preciso anche che il presidente Berlusconi non ha avuto alcun ruolo nella vicenda e tutte le decisioni sui tempi e sui modi sono state assunte dal ragionier Spinelli e da me”.

Ghedini aggiunge chel’ex-premier era preoccupato per l’incolumitàdel suo collaboratore e dei suoi familiari e per questo ha offerto loro “ospitalità in una sua abitazione e gli ha messo a disposizione una scorta privata. Il tutto, fra l’altro, in pieno accordo con la procura di Milano”.

“Il ritardo, quindi, con cui è stata avvisata l’autorità giudiziaria è unicamente riferibile al più che giustificato timore provocato dai sequestratori nel ragionier Spinelli, il quale temeva gravi ritorsioni per sé e per la sua famiglia”.

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