Ruba l’identità al fratello per 12 anni: denunciata

di Emma Zampella

 MONZA. Lei, 38 anni e una vita avvolta nel mistero: prende l’identità del fratello e si finge per dodici anni un uomo.

Nessuno aveva mai notato nulla, nemmeno i colleghi di lavoro che la definivano un buon operaio. Ma i carabinieri di Lissone che, stanno studiando il caso, cercano ancora di capire le motivazione che hanno potuto spingere la donna a fingere una vita per tutto questo tempo.

Al momento è stata denunciata per usurpazione di identità, dopo che i militari hanno trovato, in un cassetto, la carta di identità falsa, sulla quale aveva appiccicato la sua foto. Ma sotto c’erano scritti i dati anagrafici del fratello, che vive in Puglia e che non si era mai accorto di nulla.Il mistero si è consumato sullo sfondo di Lissone, un paesino in provincia di Monza.

La storia ha come protagonista una donna che decide di cambiare vita, rubando l’identità al fratello di poco più giovane. Il ruolo di uomo le riesce facile da interpretare: con quei tratti somatici, la voce mascolina, il fisico asciutto e i capelli corti, per anni è riuscita a ingannare tutti. Anche i datori di lavoro che le avevano affidato la mansione di operaio. Prima che la verità venisse a galla, è riuscita a collezionare una sfilza di reati: dalle minacce alle ingiurie, per non parlare delle multe finite nel cassetto. È stata proprio una minaccia rivolta ad un collega di lavoro che ha dato il via all’indagine.

L’episodio un anno fa: in fabbrica ha un violento battibecco con un altro operaio. Volano parole grosse, qualche spinta e poi le minacce. La vittima decide allora di fare denuncia ai carabinieri. Nome, cognome e descrizione fisica parlano chiaro, e i carabinieri vanno a colpo sicuro. Solo che ad essere rintracciato è il fratello, ormai residente in Puglia da alcuni anni, che quando gli viene notificata la denuncia cade dalle nuvole. Ma è solo presentandosi davanti al Giudice di pace di Monza che il mistero comincia a rivelare i propri contorni.

A questo punto i militari del maresciallo Roberto Coco, al comando della caserma di Lissone, decidono di vederci chiaro. Certi che si tratti di scambio di persona, si imbattono nella sorpresa solo varcando la soglia di casa della donna. Qui trovano i documenti della 37enne, tutti falsificati, e scoprono la sua vera identità. Gli inquirenti vogliono capire per quale motivo abbia deciso di costruirsi una vita parallela e hanno cominciato a scavare nel suo passato. Per ora, la donna non ha fornito spiegazioni al riguardo e il pm che indaga sul caso ha deciso di richiedere una perizia psichiatrica.

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