Non ci sono soldi, il ministero: “Trascrizioni udienze a mano”

di Mena Grimaldi

 ROMA. E’ tempo di crisi, si sa. E mentre la scuola e le aziende, per essere al pari dei tempi, fanno di tutto per “digitalizzarsi”, nei tribunali, come se non bastassero già i problemi che hanno, si ritorna a penna e calamaio.

In una circolare inviata ai tribunali, infatti, il ministero della Giustizia ha chiesto che si ritorni a trascrivere a mano i verbali di udienza, raccomandandosi “di valutare fin da ora l’opportunità di limitarne l’utilizzo ai soli procedimenti nei quali non sia praticabile la redazione di un verbale in forma integrale manuale”.

“Se non arriveranno i fondi, il ministero dovrà rescindere i contratti stipulati con le ditte che svolgono il servizio di registrazione e trascrizione e, pertanto, a decorrere dal primo dicembre 2012, lo stesso potrebbe essere interrotto”, si legge nella nota.

La verbalizzazione manuale, comunque, per il momento non è “consigliata” quando si tratti di “udienze penali nei processi con rito direttissimo, con imputati in stato di fermo o detenzione, ovvero nei procedimenti in cui si decide in merito a provvedimenti restrittivi della libertà personale”. Nella nota, il ministero spiega che erano stati chiesti al ministero dell’Economia un’integrazione dei fondi.

Ma poiché “il ministero dell’Economia non ha ritenuto di dover effettuare l’integrazione richiesta” al ministero della Giustizia “si è presa in considerazione la possibilità di sopperire alla mancanza di risorse con gli stanziamenti provenienti dal Fondo unico giustizia della cui ripartizione, tuttavia, ad oggi non è ancora pervenuta notizia certa”.

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