Napolitano celebra il 4 Novembre: “Impegno per liberare Marò”

di Redazione

 ROMA.Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, domenica mattina ha reso omaggio all’Altare della Patria: sui cieli di Roma le Frecce Tricolori.

Ad accompagnarlo lungo la scalinata della tomba del Milite Ignoto, il presidente del Senato, Renato Schifani, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. Alla cerimonia erano presenti tra gli altri il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, il questore della capitale, Fulvio Della Rocca, la governatrice del Lazio, Renata Polverini, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, e il sindaco, Gianni Alemanno.

MARO’. “Continueremo a compiere ogni tenace sforzo per riportarli a casa” ha detto il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, riferendosi implicitamente ai due marò prigionieri in India. Ai giovani militari impegnati su fronti internazionali “manifestiamo la nostra vicinanza e gratitudine con particolare affetto e ansietà per chi è ancora privato della libertà”. Nel ricordare i giovani impegnati nei vari territori internazionali, Napolitano ha mandato un pensiero “con particolare affetto e ansietà” ai marò detenuti in India, “a causa di un’insufficiente garanzia di tutela dell’impegno esplicato nella missione internazionale contro la pirateria nell’Oceano Indiano” e ha ribadito che verrà fatto qualsiasi sforzo per la loro liberazione.

IL MESSAGGIO.“Nella ricorrenza del 4 novembre, ricordiamo il 94 anniversario della vittoria nel primo conflitto mondiale e, con essa, celebriamo l’Unità d’Italia e le sue Forze Armate. Questa mattina, all’Altare della Patria, renderò omaggio al Sacello del Milite Ignoto e rivolgerò il mio commosso pensiero a tutti coloro che sono caduti per la libertà e la prosperità del nostro Paese. Assistiamo in questi anni al succedersi di eventi di portata storica ed a straordinarie trasformazioni in ogni settore della vita umana che investono drammaticamente gli assetti istituzionali, economici e sociali a livello locale e globale”.

“Il prepotente e subitaneo affacciarsi sugli scenari del pianeta delle esigenze e delle capacità competitive di immense moltitudini di uomini e donne, finora rimaste latenti ed inespresse nel sottosviluppo, ci impone di affrontare e di vincere nuove, ardue sfide nel campo dell’economia, della sostenibilità ambientale, della giustizia sociale e internazionale. Dobbiamo farlo insieme, Paesi e cittadini, perchè, di fronte alla crescente interdipendenza e alla complessità e comunanza dei problemi del XXI secolo, nessun singolo Stato è in condizioni di intervenire utilmente da solo. In tale prospettiva, le grandi organizzazioni internazionali – le Nazioni Unite, l’Unione Europea, l’Alleanza Atlantica – costituiscono i soli possibili strumenti istituzionali di intervento efficace e coeso degli Stati e vanno perciò costantemente migliorate, potenziate e valorizzate. Nel loro ambito, lo strumento militare assume un ruolo nuovo e cruciale. In un quadro di più limitate risorse finanziarie, condizione fondamentale per rendere politicamente e tecnicamente efficaci le Forze Armate nelle missioni internazionali e per garantire ad esse capacità di eccellenza è la progressiva integrazione con gli strumenti militari degli altri Paesi membri, in una struttura organizzativa e operativa”.

“Esprimo il mio plauso e il mio incoraggiamento agli sforzi che il governo sta conducendo in questa direzione e auspico una rapida conclusione dell’iter parlamentare della legge delega per la realizzazione dell’importante progetto messo a punto per la razionalizzazione strutturale delle Forze Armate”, prosegue il capo dello Stato.

“In questa giornata, – ha concluso – rivolgo il mio riconoscente apprezzamento e quello di tutti gli italiani a coloro che, in questo stesso momento, danno già concretezza sul campo a questi propositi, agli oltre seimila militari impegnati nei diversi teatri di crisi, dall’Afghanistan, al Medio Oriente, ai Balcani, per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti fondamentali e contribuire alla ricostituzione delle istituzioni locali e all’assistenza delle popolazioni”.

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