Monti: “L’Italia fuori dalla palude, salvata Eurozona”

di Redazione

Mario MontiROMA. Tafferugli davanti all’Università Bocconi di Milano in concomitanza con la visita del premier Mario Monti.

Dopo circa un’ora di contestazioni verbali un centinaio di manifestanti ha iniziato un lancio di petardi e uova con vernice contro le forze dell’ordine, che hanno reagito alla pressione con una carica di alleggerimento. Prima ancora dell’arrivo di Monti tutte le strade d’accesso all’università erano state bloccate dalle forze dell’ordine per un perimetro di diverse centinaia di metri. L’occsione dell’incontro era la pubblicazione del libro “La democrazia in Europa”, scritto dallo stesso premier insieme all’eurodeputata Sylvie Goulard, e del libro “Le parole e i fatti” del solo Monti.

“Nessuno mi domanda impegni oggi, e oggi non do nessun impegno” ha detto Monti interpellato sulla possibilità di un suo ruolo futuro in politica dopo il termine del suo governo.

Rispondendo al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, che gli chiedeva di darsi un voto dopo un anno di governo, il premier Monti ha risposto che il voto che lui si attribuisce “è meno buono di quello che mi dicono gli osservatori stranieri, meno cattivo di quello che mi dicono gli economisti, specie se bocconiani”.

“Davanti all’Italia ci sono ancora grandissimi problemi” ha detto Monti, dicendo di sperare che il lavoro di un anno di governo tecnico sia servito a mostrare che “non sono insormontabili”. Monti si è anche augurato che questi problemi possano essere affrontati in uno spazio “meno angusto temporalmente e politicamente”.

“L’Italia non è un paese debitore, non deve neanche un euro ai fondi “salva-Stati” ed è il terzo contributore non solo dei bilanci Ue, ma anche dei salvataggi verso Atene e il Portogallo” ha detto il premier sottolineando come da questi salvataggi l’Italia non abbia avuto nemmeno “quel silenzioso beneficio di ritorno che hanno avuto Francia e Germania, che hanno sistemi bancari molto esposti”.

“Non credo che l’Italia abbia bisogno né che avrà bisogno del fondo salva-Stati” ha detto Monti ribadendo la sua convinzione che “il Paese non starebbe meglio se avessimo chiesto un po’ più di tempo per il rientro nel pareggio di bilancio. Altri Paesi hanno chiesto una dilazione e abbiamo visto gli effetti su di loro e sull’eurozona per avere introdotto elementi di cedevolezza”.

EUROZONA. “Forse oggi, senza le politiche di rigore messe in atto dall’esecutivo non ci sarebbe più l’Eurozona. O sarebbe notevolmente ristretta come dimensione geografica, senza quello che l’Italia, con uno sforzo collettivo di cui non si ricordano molti precedenti nella storia repubblicana, è riuscita a compiere”. E’ quanto scrive Palazzo Chigi, in occasione di un anno di attività dell’Esecutivo, nell’introduzione del documento pubblicato oggi dal titolo “Un anno dopo: il governo, l’Italia, i cittadini”.

“ITALIA SU VIA DEL CAMBIAMENTO”. “Dopo un anno – scrive Palazzo Chigi – l’Italia è saldamente sulla via del cambiamento, di certo è un’Italia che adesso può guardare con più fiducia verso il suo futuro. Un futuro che sarà prospero se si continuerà sulla strada intrapresa, senza disperdere il lavoro che è stato compiuto fino ad oggi. Un lavoro che passa attraverso cinque parole che ridisegnano la nuova Italia: credibilità, coesione, responsabilità, legalità e visione”.

“FUORI DALLA PALUDE”. “Questo governo – si legge nel rapporto – è nato sull’onda dell’emergenza, trovandosi di fronte ad un bivio drammatico: lasciar affondare il Paese o sforzarsi di uscire dalla palude. Tra questi due estremi il primo passo è stato compiuto ed è quello del risanamento, che era condizione preliminare per ogni altro obiettivo”. “In un anno l’Italia ha intrapreso profonde trasformazioni – scrive Palazzo Chigi – Questo governo è nato sull’onda dell’emergenza, trovandosi di fronte ad un bivio drammatico: lasciare affondare il Paese o sforzarsi di uscire dalla palude. Tra questi due estremi il primo passo è stato compiuto ed è quello del risanamento che era condizione preliminare per ogni altro obiettivo e anche necessario a evitare che l’Italia, per la sua dimensione, non determinasse un cambiamento dello scenario europeo, e forse mondiale, degli avvenimenti economici e finanziari”.

CASINI E FINI SPINGONO PER “MONTI BIS”. “Come un anno fa oggi deve essere ancora la politica dopo le elezioni, col suffragio degli elettori, a richiamare Monti per continuare a governare” dice il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, secondo il quale, rispetto all’attuale premier, non c’è alternativa alla sua affidabilità e credibilità. “Noi lavoriamo – ha detto Casini – perché alle prossime elezioni politiche Monti sia richiamato in servizio permanente ed effettivo dalla politica stessa e sia investito dalla gente della possibilità di continuare a lavorare. Monti non è un uomo della provvidenza guidato dallo spirito santo, farà gli errori che fanno tutti, e tuttavia ha un grado di riconoscibilità, credibilità e affidabilità esterna che non hanno altri aspiranti premier”.

“La società civile si deve organizzare perché Monti resti presidente del Consiglio – dice il presidente della Camera, Gianfranco Fini – E’ lo stesso obiettivo di Casini e mio. Serve un governo politico che si chiama Monti proprio per fare in modo che la sua azione iniziata non venga archiviata, ma anzi arricchita da ulteriori iniziative soprattutto per far ripartire l’economia. Dalle elezioni deve nascere un governo politico, perché i tecnici sono sempre una pagina straordinaria, eccezionale, non possono essere l’ordinaria gestione di una democrazia”.

Alfano: “MONTI DEVE CANDIDARSI”. “Per fare un governo politico occorre candidarsi alle elezioni e avere la maggioranza delle elezioni” dice il leader del Pdl, Angelino Alfano, a proposito dell’ipotesi di un governo politico targato Monti. “Crediamo – ha aggiunto – che una parola in questo senso la debba dire Monti senza che altri si ergano a suoi interpreti e portavoce”.

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