Mafia: Dia sequestra beni a fiancheggiatore del boss Messina Denaro

di Mena Grimaldi

 TRAPANI. Si stringe ulteriormente il cerchio intorno all’ultimo padrino ancora latitante, ricercato in tutta Europa: Matteo Messina Denaro.

La Direzione investigativa antimafia di Trapani, infatti, ha sequestrato beni per un valore complessivo di cinque milioni di euro riconducibili a Leonardo Ippolito, 57 anni, detenuto e considerato organico del mandamento mafioso di Castelvetrano e tra i perni della rete di fiancheggiatori di Messina Denaro.

Tra i beni sequestrati dalla Dia a Ippolito ci sono fabbricati, terreni, autovetture e un’imbarcazione da diporto. Dell’operazione “Golem II” del marzo 2010 era emerso che Ippolito, noto come “Nanà” e titolare di un’officina autorizzata Alfa Romeo metteva il suo esercizio a disposizione degli affiliati al clan mafioso di Castelvetrano che vi tenevano summit sulla gestione della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

Secondo gli inquirenti, Ippolito forniva supporto logistico, facendo da collettore e distributore dei messaggi del capomafia e di quelli a lui indirizzati. Per queste accuse Ippolito è stato rinviato a giudizio il 28 novembre dell’anno scorso al Tribunale di Marsala, dove il processo è attualmente in corso.

Secondo il colonnello Giuseppe D’Agata, capocentro della Dia Palermo, Ippolito avrebbe anche svolto il ruolo di messaggero “per lo scambio di informazioni con Cosa nostra”.

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