La vedova D’Andrea: “No alla grazia per Vallanzasca”

di Mena Grimaldi

 MILANO. “Quell’uomo non ha mai dato segnali positivi, anzi li ha dati in negativo. Non merita la grazia”.

Così la vedova del maresciallo della stradale Luigi D’Andrea, ucciso a Dalmine nel 1977, riferendosi a Renato Vallanzasca ha ribadito nel corso della conferenza stampa era l’occasione per presentare la nascita dell’associazione intitolata a suo marito che si batte per il rispetto della legalità e per la certezza della pena.

“Non ha mai chiesto scusa”, ha detto la vedova D’Andrea. Nel 2007, il Quirinale ha respinto una prima richiesta di clemenza avanzata dallo stesso Vallanzasca, che ora ha ripresentato la domanda.

“Per la concessione della grazia sarebbe necessario un reale atto di costrizione rispetto alle tragedie che Vallanzasca ha causato”, ha detto il vice presidente del Consiglio regionale lombardo, Carlo Saffioti, che ha partecipato alla presentazione dell’associazione.

Ancora più severo Nicola Tanzi, segretario del sindacato di polizia Sap: “Bisognerebbe togliergli la cittadinanza italiana. Nessun provvedimento di grazia è possibile per Renato Vallanzasca. Sarebbe un insulto per i familiari delle vittime, per tutti noi che vestiamo una divisa e per la stragrande maggioranza dei cittadini che ha cuore la legalità”.

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