Di Pietro attacca Crozza: “Bugie su di me”. De Magistris: “Si faccia da parte”

di Redazione

Di PietroROMA. Non si dimette Antonio Di Pietro e dal suo blogsi rivolge al comicoMaurizio Crozza lanciando l’offensiva delle carte per dimostrare che le accuse nei suoi confronti sono false.

“Ci sono occasioni in cui bisogna non arretrare di un millimetro. – dice il leader dell’Italia dei Valori – Non ci si piega ma si combatte a viso aperto, sapendo che presto o tardi la verità avrà la meglio”. I sindaci di Palermo, Orlando, e di Napoli, De Magistris, intanto prendono le distanze dall’ex pm. “Tonino si faccia da parte”, dice De Magistris, mentre Orlando sostiene che “l’Idv è morto, come tutti i partiti”.

LE GAG DI CROZZA. “Se persino una persona come te – scrive Di Pietro rivolgendosi a Maurizio Crozza – che a quelle logiche faziose non ha mai obbedito, contribuisce a divulgare, in perfetta buona fede, le bugie che sono state dette in questi giorni, è segno che la campagna di disinformazione e calunnia ha raggiunto davvero livelli molto allarmanti. Sul mio conto, anzi sui miei conti, a te, come a milioni di altri italiani, sono state raccontate grandissime e sfacciate bugie. Ma, come ben sappiamo, una bugia ripetuta mille volte, amplificata da giornali e televisioni compiacenti, diventa una verità”.

Al comico, che lo aveva messo messo al centro di alcune sue gag, Di Pietro ricorda che “in Italia, come sai, non solo i politici rispondono agli interessi di fazione ma anche giornalisti, conduttori e persino uomini e donne di spettacolo si prestano spesso a operazioni di killeraggio per conto del padrino politico di turno”. Quella delle bugie ripetute, prosegue Di Pietro, “è la legge su cui si basano tutte le campagne di calunnia e killeraggio politico e nessuno ci andava a nozze quanto Berlusconi. Pare che abbia fatto scuola. A guidarli c’è anche la paura di una possibile alleanza del fronte dei non allineati a Monti e al governo della finanza e dei finanzieri”.

Crozza su Di Pietro

“Io – sottolinea Di Pietro – non ho a disposizione televisioni e conduttori, anche perché l’Italia dei Valori è l’unico partito che abbia rinunciato a posti nel cda Rai, nelle reti Rai e nei Tg, mentre tutti gli altri lottizzavano a man bassa. Ho solo la forza della verità e della Rete, che ci permette di incrinare quel monopolio dell’informazione grazie al quale erano solo i padroni dei media a decidere cosa era vero e cosa falso. Dunque, ho già iniziato a mettere in Rete una puntigliosa documentazione. Se hai un attimo verifica di persona sul mio sito. Mai come in questo caso ‘carta canta'”.

Di Pietro sottolinea di aver “dimostrato, con le visure catastali, che un modesto appartamento diviso in due e da me regalato nel 2008 ai miei figli Anna e Toto, a Milano, è diventato nella campagna di calunnia “15 case”. Ho messo a disposizione di chiunque i documenti che dimostrano come in quell’agguato travestito da inchiesta siano state fatte passare per mie proprietà marciapiedi, svincoli, strade di accesso e persino giardinetti pubblici. Ho chiarito, sempre con le visure catastali, che i due appartamenti di Bergamo, sui quali è stato sollevato un ennesimo polverone, sono in realtà un solo appartamento,acquistato a nome suo e dei nostri figli da mia moglie Susanna Mazzoleni, al termine di una carriera forense di notevole successo e che giustamente le ha fruttato meritati guadagni”.

“QUERELE AI CALUNNIATORI”. “Nei prossimi giorni continuerò a mettere in Rete la documentazione che smantella punto per punto il castello di accuse mosse contro di me, e che sono in realtà copiate di sana pianta da quelle sollevate a suo tempo da giornali che fanno della calunnia la loro forza, salvo poi dovermi pagare fior di quattrini in seguito alle querele da me sporte. Proprio come mi accingo a fare contro i nuovi calunniatori”.

L’annuncio di querela di Di Pietro arriva nel lungo post sul suo blog in cui attacca Report. “Tutti possiamo sbagliare, anche i migliori giornalisti. Ma in questo caso non si tratta di errore. Sarebbe bastato, oltre a copiare le accuse della stampa berlusconiana, andarsi anche a vedere come avevo risposto a quelle accuse. Ma se lo sforzo era troppo grande per quei bravi cronisti, sarebbe bastato chiedermi lealmente spiegazioni, invece di organizzare un’imboscata. Avrei risposto esattamente, come sto facendo adesso in Rete”.

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