Casapesenna, scoperta fabbrica di scarpe clandestina gestita da cinesi

di Redazione

 CASAPESENNA. A Casapesenna, nella quarta traversa di via Cavone Calitta, gli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Castel Volturno, diretto dal vicequestore Davide Della Cioppa, …

… coadiuvati da personale del posto fisso operativo di Casapesenna, diretto dal vicequestore Alessandro Tocco, hanno eseguito un mirato servizio di polizia amministrativa volto al contrasto del fenomeno dell’immigrazione clandestina.

All’atto dell’irruzione in un garage seminterrato adibito a laboratorio manifatturiero per la fabbricazione di componenti per calzature, hanno potuto riscontrare la presenza di nove cittadini cinesi, tutti intenti a lavorare alle macchine operatrici, alcuni dei quali risultati irregolari sul territorio italiano.

Nella circostanza, veniva identificato il cittadino cinese titolare della licenza commerciale, tale K.Y., 47 anni, con regolare permesso di soggiorno, il quale veniva indagato in stato di libertà e deferito alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per reati di sfruttamento della di manodopera clandestina aggravata dalla condizione di illegalità di sei (dei nove) lavoratori connazionali intenti al lavoro, tutti sprovvisti di documenti e di permesso di soggiorno.

Il titolare del laboratorio veniva indagato per reati in materia di sicurezza, salubrità e tutela dei luoghi di lavoro, atteso che i locali e le attrezzature non presentavano i requisiti minimi di legge per svolgere tale attività.

Le indagini hanno consentito di accertare che l’attività lavorativa veniva effettuata nelle ore notturne e, per eludere controlli, erano stati adottati alcuni accorgimenti quali l’istallazione di un sistema di video sorveglianza e l’apposizione di pannelli che servivano a non far filtrare la luce all’esterno.

I sei lavoratori cinesi clandestini, tra l’altro trovati in precarie condizioni igienico-sanitario, venivano identificati e deferiti all’autorità giudiziaria per il loro stato di clandestini e successivamente venivano accompagnati presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta per l’avvio delle pratiche finalizzate alla loro espulsione dal territorio nazionale. Al termine dell’operazione, il locale veniva sottoposto a sequestro penale unitamente ai macchinari utilizzati per la produzione calzaturiera.

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