Camorra, parlano i pentiti: in carcere Gaetano Darione

di Redazione

 CASAL DI PRINCIPE. La squadra mobile di Caserta ha tratto in arresto Gaetano Darione, 57 anni, di Casal di Principe.

Deve espiare due anni e otto mesi di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. Nei suoi confronti è stata ritenuta raggiunta la prova della partecipazione associativa camorristica al clan dei casalesi sino al febbraio del 1991, cosiddetta “Sentenza Spartacus”.

Ecco uno stralcio della sentenza della Corte di Assise, seconda sezione, di Santa Maria Capua Vetere:

Nei confronti di Darione Gaetano questa Corte ha ritenuto raggiunta la prova della partecipazione associativa sino al febbraio dell’anno 1991 (con assoluzione per il periodo successivo). Emerge dalle escussioni dei numerosi collaboranti che hanno riferito su tale imputato (si tratta di Dario De Simone, Domenico Frascogna, Franco Di Bona, Giuseppe Quadrano, Giuseppe Pagano, Salvatore D’Alessandro, Carmine Schiavone.

Darione era in stretto contatto con Vincenzo De Falco, metteva spesso la sua abitazione a disposizione degli affiliati per incontri e per appostamenti, svolgeva attività di impresa nel settore dei lavori edili e stradali (movimento terra ed altro) ed in rapporto a tale attività era ‘protetto’ dall’organizzazione, che influiva sulla assegnazione dei lavori da parte delle pubbliche amministrazioni, o comunque riusciva a ‘mediare’ per l’ottenimento in suo favore di sub-appalti.

Tali affermazioni, pienamente concordi e provenienti da soggetti che – come si è detto in precedenza – hanno effettivamente operato (alcuni con ruolo di vertice e proprio all’interno del gruppo De Falco, come De Simone e Quadrano) nell’ambito della organizzazione camorristica già consentono di ‘riconoscere’ nell’attività del Darione i tratti essenziali della partecipazione penalmente rilevante.

Come si diceva, vi è piena convergenza sul ‘servizio’ reso dal Darione alla organizzazione, specie in riferimento al periodo in cui era ancora in vita Vincenzo De Falco.

Sul punto, va ricordato, in particolare che:

Dario De Simone ricorda di aver addirittura prestato il proprio ‘giuramento di fedeltà’ al De Falco presso l’abitazione di Darione Gaetano e ricorda che quella abitazione venne utilizzata come ‘base logistica’ nel periodo immediatamente successivo alla morte di Antonio Bardellino per la realizzazione di agguati nei confronti dei ‘bardelliniani’;

analoga dichiarazione è stata resa da Giuseppe Quadrano: “Siamo stati parecchie volte a casa di Darione; perché questo, Darione, era, diciamo, un nostro affiliato, se si può dire così, un affiliato in tutti i sensi, che a lui gli affidavamo dei lavori da fare, dei lavori, gli affidavamo dei… Era un nostro affiliato, diciamo, ci fidavamo molto di lui…”.

Ora, va detto con chiarezza che la ‘convergenza specifica’ tra le due fonti qui indicate (soggetti ritenuti attendibili in riferimento agli episodi delittuosi avvenuti in quel periodo) non lascia spazio a dubbi sull’effettivo ‘utilizzo’ dell’abitazione di Darione Gaetano (fatto di cui hanno parlato anche altri) come ‘base logistica’ durante la ‘guerra’ scatenatasi dopo il 27 maggio 1988. E si tratta di un periodo di estrema delicatezza e di estremo pericolo per gli associati (si veda il cap. 6 punto 1), che rende indispensabile il ricorso a luoghi ‘sicuri’. Da qui nasce la prova della assoluta ‘fedeltà’ del Darione alla organizzazione.

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