Usura ed estorsione: arrestato reggente del clan Bifone

di Redazione

Nicola BifoneCASERTA. I carabinieri di Macerata Campania hanno eseguito un decreto d’arresto nei confronti di Nicola Bifone, fratello di Antonio, detenuto in regime di 41 bis,ritenuto attuale reggente del clan Bifone, attivo nella zona diPortico di Caserta e comuni limitrofi.

Arrestata anche la moglie di Alfredo, Giuseppina Di Caprio. Le accuse sono di usura e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Entrambi sono stati prelevati nelle loro abitazioni.

Le indagini hanno evidenziato in maniera chiara ed inequivocabile un’attività usuraria ed estorsiva, particolarmente virulenta e con le caratteristiche tipiche dell’aggravante mafioso, posta in essere dai due arrestati.

La fonte principale di prova per i reati oggetto di imputazione è costituita dalla denuncia sporta presso il comando stazione carabinieri di Macerata Campania da una vittima che, per problemi economici connessi alla sua attività professionale, denunciò di essersi rivolto ai fratelli Bifone, Antonio e Alfredo, per un prestito di decine di migliaia di euro, che gli fu concesso applicando alla somma prestata un tasso usuraio mensile. Dalla successiva attività investigativa emergeva che la vittima, non potendo essere contattata da Antonio Bifone e Alfredo poiché detenuti, è stata più volte minacciata sia dalla Di Caprio che da Nicola Bifone, che lo convocava “manu militari” per pressarlo sulla restituzione dei soldi.

Nicola Bifone e la Di Caprio, approfittando ovviamente anche del fatto di appartenere alla consorteria criminale di Portico, famiglia camorristica da sempre affiliata al clan dei Belforte di Marcianise, pretendevano la restituzione del denaro con l’aggiunta di un interesse usuraio mensile piuttosto elevato sulla somma prestata, non mancando di utilizzare minacce nei confronti della vittima allorquando non era in grado di restituire quanto pattuito nei tempi concordati.

Nel corso delle operazioni sono inoltre state eseguite anche perquisizioni a soggetti contigui alla citata consorteria criminale a seguito delle quali è stata rinvenuta documentazione utile alle indagini e 4600 euro in contanti.

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