Riciclaggio di oro: blitz della Finanza tra Arezzo e Napoli

di Redazione

 NAPOLI. Oltre 300 pattuglie della Guardia di Finanza hanno eseguito su tutto il territorio nazionale provvedimenti di perquisizione e sequestro emanati dalla Procura della Repubblica di Arezzo …

… nei confronti di 118 persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere, riciclaggio e reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione, esercizio abusivo del commercio di oro e frode fiscale.

Eseguite259 perquisizioni in 11 regioni, concentrate principalmente in Toscana (74), Campania (91), Lazio (30), Sicilia (16), Puglia (16) e Lombardia (7), presso le abitazioni degli indagati e le attività commerciali ad essi riconducibili. Si tratta di negozi “compro oro”, gioiellerie ed aziende orafe, ivi comprese 23 società del distretto orafo di Arezzo, 16 del polo campano e 1 di Valenza.

Contemporaneamente, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo di oltre 500 rapporti bancari al fine di bloccare, in 23 Istituti di Credito, 8 intermediari finanziari e 2 società fiduciarie, le disponibilità finanziarie detenute dai principali indagati, fino a concorrenza dell’importo di 163 milioni euro, pari al volume d’affari degli scambi di oro e denaro sporco effettuati da questo gruppo criminale organizzato, su scala internazionale, nel corrente anno.

Le Fiamme Gialle hanno sequestrato anche una villa di campagna del valore di 190mila euro, a Monte San Savino (Arezzo) ed acquistata dall’organizzazione (dietro lo schermo di una società maltese) ed utilizzata come centro di smistamento dei traffici, paragonabile per impenetrabilità al famoso “Fort Knox” della Federal Reserve statunitense.

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Sono questi i risultati, ancora parziali, di lunghe e complesse indagini sviluppate dai Nuclei di Polizia Tributaria di Arezzo e Napoli, sotto la direzione della Procura della Repubblica aretina nei confronti di un’associazione criminale a struttura piramidale, che aveva il suo vertice in Svizzera e si muoveva con i “bracci operativi” di più capi-area, che agivano come “referenti” sui territori dei distretti orafi di Arezzo, Marcianise (Caserta) e Valenza (Alessandria), ai fini della raccolta di oro acquistato dagli “agenti intermediari” in contatto con una fitta rete di negozi “compro oro” ed operatori del settore, che stavano alla base della filiera dei traffici di oro di provenienza illecita.

Tutte le forniture di metallo prezioso avvenivano “in nero”, al di fuori dei circuiti ufficiali, mediante scambi di oro contro denaro contante in banconote di grosso taglio, trasportate da corrieri insospettabili usando autovetture appositamente modificate con doppifondi.

Il volume d’affari ricostruito finora ammonta a 4.500chili di oro e 11mila chili di argento, per un controvalore di 183 milionidi euro. Riscontri precisi sono venuti alla luce grazie acinque interventi effettuati in flagranza di reato, negli ultimiquattro mesi, tra Napoli e Arezzo. Le indagini dei nuclei di polizia tributaria di Arezzo e Napoli, intanto,proseguono sui flussi finanziari e sul riciclaggio dei capitali sporchi, agendo a 360 gradi in ogni direzione.

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