Napoli, suicida l’imprenditore cingalese che denunciò il pizzo

di Redazione

 NAPOLI. Ha deciso di togliersi la vita Fernando Joseph Sumiththa, il cingalese che aveva detto “No al pizzo e all’usura”, accusando e mandando in carcere il boss del Cavone Ciro Lepre e due suoi complici.

L’imprenditore, originario dello Sri Lanka, che a Napoli aveva aperto quattro attività commerciali (due alimentari e due internet point, di cui tre in zona Dante e una nel quartiere San Carlo Arena), era stato premiato all’ultima festa della polizia come simbolo di coraggio e lotta alla criminalità organizzata. Poi la drammatica notizia: la scorsa notte l’uomo si è impiccato con un lenzuolo nella sua abitazione di piazza Miracoli. Ha lasciato un biglietto alla moglie, da cui aveva avuto due bambine, l’ultima di appena quattro mesi.

Rimasto, probabilmente, senza protezione e supporto psicologico, stretto nella morsa della paura e dell’abbandono, ha scelto l’estremo gesto. La denuncia e il conseguente arresto del boss non avevano risolto il problema dei debiti dell’imprenditore nei confronti del clan e a breve avrebbe dvuto testimoniare al processo.

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