Incaprettato e bruciato vivo: arrestati a Brescia tre fratelli napoletani

di Redazione

 NAPOLI. Tre fratelli napoletani sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Brescia per l’omicidio di Gioacchino Lombardo, 51 anni, commesso il 2 luglio 2003 a Bereguardo (Pavia).

I militari hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Pavia, a Rozzano, Sesto San Giovanni e Savona.

Nel pomeriggio del 2 luglio 2003 i tre arrestati, in un’abitazione del Villaggio Prealpino, a Brescia, avevano picchiato violentemente Lombardo, fratturandogli le ossa nasali ed il cranio, incaprettandolo con del filo elettrico e trasportandolo poi ancora vivo nelle campagne di Pavia nel bagagliaio dell’auto. Qui il mezzo venne incendiato, Lombardo morì tra le fiamme.

Lombardo fu aggredito a causa di una donna contesa, una romena che proprio la vittima aveva portato in Italia. Per gli investigatori c’erano anche i tre fratelli Palumbo, che avrebbero aiutato il figlio di Lombardo a immobilizzare il padre e a trasportarlo nella station wagon fino a Pavia.

L’autopsia rilevò tracce di gas ada combustione nei polmoni della vittima, e l’imputazione diventò tentato omicidio e omicidio colposo. Non volontario.

Accuse che costarono, nel 2010, 23 anni di carcere ai quattro indagati, dopo la condanna della prima sezione penale di Brescia. Il secondo round nel gennaio scorso, quando contestando l’omicidio volontario il sostituto procuratore generale Domenico Chiaro ha chiesto e ottenuto in appello l’annullamento della sentenza di primo grado. Da lì si ripartì dalle indagini preliminari. Una fase che ha richiesto di sentire nuovamente sia i fratelli Palumbo (hanno scelto il silenzio) che Lombardo (il quale ha confermato la sua ricostruzione). È a questo punto che sarebbe scattata l’ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario a carico dei fratelli Palumbo. Claudio si trova in carcere a Pavia, Pasquale a Savona.

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