Movida in via Seggio, i residenti ricorrono alla Procura

di Antonio Arduino

via  SeggioAVERSA. Un comitato per tutelare il diritto alla vivibilità, nel rispetto di leggi e diritti. E’ quello nato spontaneo in via Seggio tra i residenti dei tanti condomini e palazzi presenti in quella che rappresenta l’arteria più antica e storica della città ma nel contempo anche la più abbandonata a se stessa.

Abbandonata dal commercio quotidiano, abbandonata dal servizio di igiene urbana, abbandonata dal controllo della polizia municipale ma letteralmente assaltata da schiere di giovani schiamazzanti e sciamanti nelle ore notturne che creano pericolo ai residenti ma anche a se stessi per il troppo alcool che scorre, le troppe moto ed auto che corrono e le, probabilmente, tante pasticche che passano da una mano all’altra dei frequentatori dei locali notturni presenti in zona.

Così il comitato ha deciso di dare l’allarme e chiedere aiuto, inviando un esposto alla Procura della Repubblica, al Prefetto, al sindaco e alla forze di polizia. Nel documento, sottoscritto da decine di cittadini, da rappresentanti di condomini e da politici residenti in zona, chiedono l’intervento delle forze dell’ordine perché siano presenti nelle ore notturne per controllare un fenomeno che ormai è degenerato, rappresentando una condizione stabile di pericolo.

Per i componenti del comitato l’ordinanza recentemente emanata dal sindaco, avente per oggetto “misure per la prevenzione e la repressione degli schiamazzi e dei rumori lesivi della salute, della sicurezza delle persone e dell’igiene” non basta a garantire la vivibilità della zona, perché alle parole devono seguire fatti.

E i fatti sarebbero quelli che descrivono nell’esposto: “L’assenza dei controlli da parte della polizia municipale” sui locali presenti in zona e sui loro frequentatori. Cosa che consentirebbe di fatto “l’occupazione permanente della sede stradale con sedie e tavolini anche nella strettissima via Seggio (che in alcuni punti non raggiunge i tre metri di larghezza) e, ovviamente, senza pagare l’imposta per l’occupazione di suolo pubblico”. “Alla quale consegue – scrivono – altra gravissima lesione dei diritti dei residenti, poiché gli avventori di questi locali consumano e bevono non all’interno dei locali, ma quasi esclusivamente sulla pubblica strada, con musica, schiamazzi, grasse risate, grida anche fino alle 4 del mattino, poiché di sovente si trattengono anche dopo la chiusura dei locali”.

“Naturalmente il comitato non vuole la chiusura degli esercizi perché portano lavoro e il lavoro va tutelato, particolarmente in periodi di crisi, ma – dice Masina Palmieri, portavoce dei firmatari dell’esposto – è necessario che vengano tutelati anche i diritti dei residenti”. “Basterebbe – aggiunge – prevedere l’assidua presenza del personale di polizia municipale, stabilire e far rispettare un orario civile oltre il quale non siano tollerati musica ad alto volume e schiamazzi all’esterno dei locali, come del resto prevedono le leggi esistenti e decine di sentenze dei tribunali italiani che si sono espressi sul tema, effettuare l’alcol test”. “E’ quanto abbiamo chiesto nell’esposto indirizzato anche al sindaco al quale abbiamo chiesto un incontro con una nostra delegazione ma senza ottenere risposta. Speriamo che adesso voglia riceverci”, conclude Palmieri.

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