Il “mistero” del Parco Grassia: perché non apre?

di Livia Fattore

 AVERSA. E’ costato 250mila euro di finanziamenti europei, è pronto da quattro anni, ma oramai è in stato di degrado per il non uso.

Stiamo parlando del parco urbano “Ninì Grassia” in via Atellana. La struttura sta per entrare ormai nel Guinness dei primati per le volte che l’ex amministrazione comunale, in precedenza guidata da Domenico Ciaramella ed oggi da Giuseppe Sagliocco, è stata costretta a fare pulizia con ulteriori costi, senza che si riesca a fare in modo che gli aversani che abitano nella zona orientale della città, alle spalle della stazione ferroviaria e al confine con Gricignano, ne possano usufruire.

L’area sarebbe un salutare polmone verde, ma rischia sempre più di trasformarsi in una selva ricettacolo di rifiuti e animali. Non a caso, nei giorni, scorsi, oltre ai “soliti” topi, c’è chi vi afferma di avervi visto anche un serpente. Una vicenda che ha dell’incredibile e della quale nessuno sa spiegare i reali motivi della prolungata mancata apertura.

Di questi interrogativi si è fatto carico il consigliere comunale dei democratici aversani Marco Villano che, in proposito, ha presentato un’articolata interrogazione al primo cittadino per cercare di venire a capo di un mistero che evidenzia anche lo sperpero di danaro pubblico. Un esempio negativo in tempo di spending review.

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