Viola arresti domiciliari: Cassandra torna in carcere

di Nicola Rosselli

Luigi CassandraTRENTOLA DUCENTA. Continue violazioni degli obblighi derivanti dagli arresti domiciliari. Con questa accusa è ritornato in carcere Luigi Cassandra, l’ex amministratore comunale di Trentola Ducenta con diversi incarichi dal 1992 al 2010, quando stava per tentare la scalata al consiglio provinciale.

Arrestato praticamente un anno fa, il 3 ottobre scorso, dai militari della Guardia di Finanza di Caserta su richiesta dellaDirezione Distrettuale Antimafia, in un’operazione che vede coinvolto anche Michele Zagariadi cui Cassandra sarebbe un prestanome, dal 15 marzo di quest’anno era agli arresti domiciliari. Più volte i carabinieri di Trentola Ducenta lo avrebbe sorpreso a violare i relativi obblighi. In particolare, aveva cambiato abitazione dove scontare gli arresti senza autorizzazione e dopo due concessioni di permessi per accertamenti sanitari da effettuare presso un laboratorio di Sant’Antimo era stato accertato che non si era sottoposto ad alcun esame.

Cassandra, ex consigliere comunale, ex assessore ai Lavori Pubblici, alle Finanze e all’Urbanistica nel comune di Trentola Ducenta (provincia di Caserta) – oltre a essersi candidato alle ultime elezioni provinciali, non risultando eletto – insieme a suoi familiari sarebbe stato utilizzato da Michele Zagaria, uno dei superboss dei casalesi per riciclare denaro accumulato attraverso traffici illeciti. In particolare, al centro dell’operazione un vasto complesso sportivo realizzato si un terreno tuttora destinato a uso agricolo. Si tratta del “Night and Day”, complesso da più piscine, un ampio bar, un importante ristorante, un’annessa sala da ballo e un’elegante palazzina di tre piani destinata ad abitazioni per i familiari dell’arrestato, completamente circondata da un alto muro di cinta.

Ulteriori sequestri ai danni di cinque società utilizzate per il reinvestimento del denaro, in tal modo ripulito, nonché numerosi conti correnti bancari e strumenti finanziari assicurativi. L’operazione nel complesso portò al sequestro di beni mobili ed immobili per 7 milioni di euro. Dopo le formalità di rito, l’imprenditore è stato associato alla casa circondariale di santa Maria Capua Vetere.

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