La Parrocchia S.Maria delle Grazie prepara la festa di San Francesco

di Redazione

 SANTA MARIA CV. “Alter Christus”, Poverello di Assisi, cantore della bellezza delle cose create, primo stigmatizzato della storia, emblema di pace universale, uomo della riconciliazione, esempio di dialogo tra le religioni.

Non è facile rinchiudere la personalità complessa di Francesco di Assisi entro i confini di una definizione. L’uomo Francesco, che poi fu santo, continua a sconvolgere e a coinvolgere uomini e donne di nazioni, religioni e culture diverse, eppure la chiave di lettura della sua storia sembra essere, oggi come ottocento anni fa, la ‘follia’.

Perché è folle chi rinuncia al profitto del commercio avviato in una attività di famiglia per vivere con gli ultimi, i lebbrosi; folle è chi disdegna un amore troppo umano per sposare ‘Madonna Povertà’; folle è colui che abbandona la sua promettente carriera di cavaliere per farsi ‘araldo del gran Re’; è folle chi ha la pretesa, in una Chiesa lucente per il chiasso e lo sfarzo della mondanità, di vivere il Vangelo “sine glossa”; è folle scegliere la via della minorità, che è sinonimo di umiltà e di abbassamento, in un contesto – quello assisano del XIII secolo quanto quello attuale, che fa del brand e del profitto l’espressione dell’essere. No, non è facile capire Francesco. Finiremmo per comportarci come il povero Pietro di Bernardone che, addolorato, lo cacciò via picchiandolo.

L’unica possibilità resta dunque quella di porci in ascolto di Francesco, rileggere le sue parole che sono, nella maggior parte, preghiera: “…che io muoia per amore dell’amore tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell’amore mio” (Preghiera Absorbeat). Non è la follia, ma l’amore o meglio ancora la follia dell’amore, quello appassionato, totale e fedele, fecondo e casto, povero e nel contempo ricco per il suo Signore che spinge l’uomo Francesco a diventare il Santo di Assisi. Seguire Cristo, conformarsi a Lui fino ad infiammare il corpo, sul monte de La Verna, con gli stessi dardi d’amore che hanno trafitto Cristo: questa è la spiritualità che Francesco consegna ai cristiani di ogni tempo. La diocesi di Capua, e la città di S. Maria C. V., hanno la grazia di conservare la fedele eredità di S. Francesco grazie alla presenza dei Frati Minori e dell’Ordine francescano secolare presso la parrocchia di S. Maria delle Grazie.

La nostra comunità si sta riunendo in questi giorni (1, 2 e 3 ottobre) per prepararsi alla celebrazione della festa del Serafico Padre. Ogni giorno, a partire dalle 16,30, la Chiesa si apre per permettere l’adorazione eucaristica dei fedeli; alle 18,30 il canto dei salmi del Vespro ci prepara alla celebrazione eucaristica delle ore 19.

La sera del 3 ottobre, giorno del cosiddetto Transito del Beato Padre, ricorderemo, dopo la Messa, quando Francesco accolse sorella morte passando da questa vita alla gloria del Paradiso. Ci recheremo poi in processione lungo via De Gasperi, via Galatina, via Vito Romano, via Salzillo, via Pierantoni, via de Gasperi e rientrando poi in Chiesa.

Pasquale Pagano

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