Cantarella, emergenza ambientale e sanitaria

di Redazione

CantarellaMONDRAGONE. Nell’idioma italiano la “Cantarella” è una variante dell’arsenico, molto efficace e difficile da rintracciare.

A Mondragone, per rimanere fedele all’accezione del termine, sostanze dannose simili a questo veleno, si sono ottenute cospargendo nelle viscere della cava in località “Cantarella” (nomen omen) il percolato dei rifiuti di ogni specie ammassati per anni senza l’osservanza delle prevenzioni ambientali e sanitarie del sito previste dalla normativa in materia di formazione di regolari discariche per rifiuti urbani, speciali e tossici. I guai ambientali dell’ex cava “Cantarella” sul territorio di Mondragone iniziano nel 2004 e da oltre otto anni arrecano danni alla salute dei cittadini.

Anno 2004: in piena emergenza rifiuti, l’amministrazione comunale di centro destra, guidata dal Sindaco Conte, con un provvedimento d’urgenza individuò il sito di stoccaggio temporaneo di rifiuti nell’area privata della cava dismessa della “Cantarella”, facendovi sversare un’enorme quantità di rifiuti indifferenziati, dietro pagamento al proprietario dell’affitto annuo di circa €. 15.000,00, che ancora oggi grava sul bilancio comunale, a carico dei cittadini-contribuenti, raggiungendo già l’ingente somma di € 135.000,00. La preparazione veloce ed approssimativa della discarica, predisposta per un sito temporaneo e non permanente, ha prodotto un’impermeabilizzazione carente e inidonea ad essere utilizzata nella lunga e persistente durata, per giunta sprovvista dei pozzi di emungimento del percolato, come previsti per legge.

Anno 2007: la discarica, colma di rifiuti e trascurata, viene bruciata da ignoti sprigionando nell’area circostante per alcuni giorni “diossina”. Peraltro, l’area della discarica è ubicata ai limiti di un’ampia zona soggetta a vincoli idrogeologici, poiché la roccia ha una formazione morfologica di tipo calcare e quindi permeabile, per cui è facile temere che il percolato dopo l’incendio possa inquinare fino alla seconda falda di acqua sotterranea. Nella zona esistono altri vincoli, come quello archeologico del sito Appia Antica ed il vincolo cimiteriale; inoltre, la discarica trovasi a ridosso di una zona agricola pregiata per la produzione di culture protetta (doc-igp), tipo la produzione del vino falerno e la produzione di altri prodotti agricoli tipici locali.

E’ inutile sottolineare che ancora oggi siamo in un emergenza ambientale e sanitaria a causa dei rifiuti che sono stati stoccati temporaneamente dal 2004 nella cava dismessa della “Cantarella”. Questo incide negativamente su qualunque politica di sviluppo territoriale sostenibile intrapresa negli ultimi tempi, come la “risorsa mare” prioritaria per l’attuale amministrazione locale, altro che “Bandiera Blu”. Risultano, pertanto, vanificati ed inutili i vari convegni organizzati ad hoc per dare a intendere di occuparsi del problema agli occhi dell’opinione pubblica ma senza raggiungere alcun risultato concreto.

Il dato di fatto é che dopo otto anni il sito della “Cantarella” non è ancora bonificato.

In otto anni può essere un caso o una concausa che le neoplasie sono aumentate su tutto il territorio locale? La Regione Campania ha pubblicato sul Burc n. 49 del 6 agosto 2012 – la proposta di Piano di Bonifica dei siti inquinati, con scadenza delle osservazioni al 5 ottobre, ma non c’è alcuna traccia del sito della “Cantarella”, né alcun rilievo presentato dal Comune di Mondragone. Questo significa che non è stato predisposto nessuna determinazione politico-amministrativa degli Enti Locali competenti per inserire la “Cantarella” nel Piano Regionale di Bonifica: una responsabilità di tutti gli amministratori locali, provinciali e regionali che si sono avvicendati fino ad oggi, nonché di Legambiente e Vicariato locali che non hanno vigilato e perorato in modo adeguato presso le Istituzione la bonifica del sito. Ma ad oggi possono essere ancora predisposte le dovute determinazione per arrivare in tempi brevi a bonificare il sito, attingendo a fondi pubblici regionali ed europei.

Per amore del nostro popolo” gli amministratori devono svegliarsi da questo immobilismo demagogico, iniziando seriamente ad amministrare in modo competente il territorio, poiché l’ambiente e la salute pubblica va tutelate con forza impegno e competenza.

Giovanni Pagliaro, Paolo Palmieri, Antonio Taglialatela, Benedetto De Biase, Lina Scarano, Antonia Della Rosa alcuni dei tanti cittadini preoccupati per “l’inutilità dell’Ente Locale”.

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