Verona, esploso ordigno davanti la sede di Equitalia

di Redazione

 VERONA. Esploso ordigno davanti alla sede di Equitalia: non ci sono danni gravi.

L’ordigno è stato notato da un vigilante di passaggio verso le 3, 30 facendo scattare l’allarme dei vigili del fuoco e dei carabinieri arrivati sul posto per accertare la pericolosità dell’esplosivo. Nel momento in cui sono arrivati gli artificieri la bomba è però esplosa mandando in frantumi una finestra. Nessun ferito e, al momento nessuna rivendicazione.

Quando le squadre sono arrivate sul posto, le fiamme provocate dallo scoppio dell’ordigno erano già spente, ma i Vigili del fuoco hanno proceduto alla messa in sicurezza della zona e allo smassamento dei detriti. Le due bombe erano collocate nel cortile interno della sede di via Nicolò Giolfino. All’interno dell’edificio, lontano dal centro città, è stato trovato un secondo ordigno inesploso. Ad un primoesame effettuato dalla polizia gli ordigni sarebbero stati confezionati con della polvere nera. Per averne certezza, secondo fonti della Questura, bisognerà attendere i rilievi del caso.

La poliziascientifica sta procedendo all’analisi del materiale raccolto sul luogo dell’esplosione ed in particolare sull’ordigno rimasto intatto per risalire alla provenienza dell’esplosivo e all’autore del gesto. A metà mattina gli uffici di Equitalia sono stati riaperti. Nella sede veronese di Equitalia sono arrivati da poche ore anche i dirigenti delle organizzazioni sindacali per esprimere solidarietà ai lavoratori. “La speranza – ha detto Massimo Castellani, segretario generale della Cisl – è che questo gesto sia stato compiuto da un matto, perchè è inaccettabile e inaudito che si prendano di mira i luoghi di lavoro”. “La tutela dei lavoratori – ha aggiunto Castellani – è sacrosanta, i dipendenti di Equitalia non fanno altro che applicare le leggi”.

Quello di Verona è solo l’ultimo attentato contro una sede dell’Equitalia: a precederlo ci sono stati infatti gli episodio dove era stato murato l’ingresso agli uffici, e prima ancoraa Genova, in due sedi distinte contro cui furono scagliati dei mattoni.

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