Vatileaks, 18 mesi di carcere all’ex maggiordomo del Papa

di Redazione

 ROMA. “La possibilità che il papa conceda la grazia a Paolo Gabriele è molto concreta”. Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, lo dice a pochi minuti dalla condanna dell’ex maggiordomo a 18 mesi di carcere per il furto dei documenti di Benedetto XVI.

Una sentenza ridotta dal tribunale vaticano (l’accusa aveva chiesto tre anni) viste le attenutati. Gabriele è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali.

Il promotore di giustizia Nicola Picardi ne ha chiesto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, limitata agli uffici che hanno “uso di potere”. Il corvo è stato processato per furto aggravato e per la diffusione di carte riservate dall’appartamento del Pontefice.

Le attenuanti concesse a Gabriele sono dovute all’assenza di precedenti penali, alle risultate del suo stato di servizio antecedente ai fatti in questione, alla sopraggiunta convinzione del suo comportamento erroneo e alla dichiarazione del suo pentimento.

L’accusa, partendo dalla pena diquattro anni, ne aveva chiesto la diminuzione di un anno per le attenuanti generiche. Gabriele è rimasto impassibile alla lettura della sentenza. Non ha esternato nessun sentimento, ma poi quando ha lasciato l’aula del tribunale, Gabriele ha sorriso e salutato i presenti.

“La cosa che sento forte dentro di me è la convinzione di aver agito per esclusivo, direi viscerale, amore per la Chiesa di Cristo e per il suo capo visibile. E se lo devo ripetere non mi sento un ladro”. Queste le ultime parole dell’imputato prima che la corte si ritirasse per decidere la sentenza.

“Voglio solo riabbracciare mio marito”. Poche parole da Manuela Citti, moglie di Gabriele, la quale fa sapere che desidera soltanto “stare accanto” al marito e non nasconde la “tensione” legata al momento.

Ora cheè stata pronunciata la sentenza l’avvocato Cristiana Arru, che rappresentaGabriele, ha tre giorni di tempo per presentare appello e qualche altro giorno per presentare le motivazioni. Intanto,Gabrieleè tornato ”nelle sue condizioni di arresto domiciliari”, haspiegatopadre Lombardi.

LA SENTENZA. “In nome di Sua Santità Benedetto XVI gloriosamente regnante, il Tribunale invocata la Santissima Trinita’ hapronunciatola seguente sentenza”. Inizia così la sentenza di condanna di Paolo Gabriele. “Visti gli art. 402, 403, n.1 e 404 primo comma n.1 c.p. dichiara l’imputatoPaolo Gabrielecolpevole del delitto previsto dall’articolo 404 primo comma n.1 c.p. per aver egli operato, con l’abuso delle fiducia derivante dalle relazioni di ufficio connesse alla sua prestazione d’opera, la sottrazione di cose che in ragione di tali relazioni erano lasciate od esposte alla fede dello stesso, lo condanna pertanto alla pena di anni tre (3) di reclusione”. “Visto l’art. 26 della legge 21 giugno 1969m n.1, considerato l’assenza di precedenti penali, le risultanze dello stato di servizio in epoca antecedente ai fatti contestati, il convincimento soggettivo – sia pure erroneo – indicato dall’imputato quale movente della sua condotta, nonché la dichiarazione circa la sopravvenutaconsapevolezzadi aver tradito la fiducia del Santo Padre, diminuisce la pena ad anni uno (1) e mesi sei (6) di reclusione. Condanna il medesimo al risarcimento delle spese processuali”.

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