Sparatoria in caserma, il fratello: “Vogliamo la verità”

di Redazione

Renato Addario ROVIGO. Ruotano ancora intorno a un giallo le motivazioni che hanno portato lunedì all’omicidio-suicidio avvenuto nella caserma di Porto Viro dove un appuntato, Renato Addario ha ammazzato il comandante della stazione, Antonino Zingale, sua moglie e poi si è suicidato.

Gli inquirenti, al momento, hanno ipotizzato un raptus di follia. Ma sulle motivazioni del folle gesto vogliono vederci chiaro anche i familiari dell’appuntato, originario di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.

A tal proposito, proprio uno dei fratelli di Addario, in servizio come maresciallo nella caserma di Casal Di Principe, ha rilasciato un intervista esclusiva al Corriere.it. “Ancora non lo so di preciso cosa sia successo. – dichiara il maresciallo al giornalista del Corriere – Non ho parlato con nessuno. Ho le notizie che vengono dalla televisione e nulla di più. Sono distrutto, potete capire. Ma lo voglio dire: noi siamo tutti per la verità”.

Alla domanda se crede al fatto che suo fratello possa essere stato colto da un raptus improvviso, il maresciallo risponde: “Conoscendo Renato sono rimasto esterrefatto. No, non posso credere che abbia compiuto un gesto simile. Non è da lui, voglio vederci chiaro”.

Non crede nemmeno alla prima ipotesi legata ad un movente sentimentale “Non saprei, ma credo di no”, dice. Renato Addario si era trasferito in Veneto dieci anni fa e li aveva conosciuto quella che poi diventerà sua moglie.

I due fratelli si sentivano spesso al telefono, ma per motivi di lavoro non si vedevano da anni. “Al momento, lo ripeto, sono all’oscuro di tutto. Ma domani andrò a verificare di persona quello che è successo. Voglio entrare in quella stazione e capire. Mi devono dire come sono andate le cose”, conclude il fratello di Renato.

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