Omicidio Rea, Parolisi: “Condanna ingiusta, non ho ucciso Melania”

di Mena Grimaldi

 NAPOLI. “E’ una sentenza ingiusta, non ho ucciso io Melania. Non mollo”. Queste le parole pronunciate da Salvatore Parolisi, all’indomani della sua condanna all’ergastolo per l’omicidio della moglie, Melania Rea.

Il caporalmaggiore ha incontrato nella mattinata di sabato uno dei suoi legali, Federica Belguardato e a lei ha detto “Voglio conoscere le motivazioni dei giudici per capire perché mi hanno condannato”.

Se da un lato il caporalmaggiore continua a proclamarsi innocente, a Somma Vesuviana, nella casa dei rea, il padre di Melania, Gennaro Rea, per tutta la notte si è posto una sola domanda: “perché ha ucciso Melania, la madre di sua figlia?” e lancia un appello a Parolisi: “Si ravveda, ci dica perché lo ha fatto”. Nel cuore dei rea, però, c’è un grosso dolore, oltre che per la morte assurda di una figlia, anche per il problema che si pone con Vittoria, 3 anni, figlia di salvatore e Melania.

La condanna di Parolisi all’ergastolo e la perdita della potestà genitoriale, infatti, significa che ora la bambina oltre a non avere più una madre, non avrà neanche un padre. “Alla piccola Vittoria racconteremo la verità – dice Michele Rea, fratello di Melania – la storia più simile alla verità. lo faremo con l’aiuto degli esperti. Cosa le abbiamo detto? Che il papà è un posto dove vanno le persone che hanno fatto cose cattive”.

“Abbiamo un rapporto con i Parolisi solo per Vittoria, altrimenti non avrebbe ragione di esistere”, conclude. E proprio nella mattinata di sabato i Rea si sono incontrati con la sorella di Salvatore, Franca Parolisi. Pochi istanti, sguardi bassi tra di loro, giusto il tempo di lasciare alla famiglia Parolisi la piccola Vittoria per poterle permettere di stare una giornata con la zia paterna.

“La mia famiglia non ha mai ostacolato i Parolisi nel vedere la loro nipotina. Riteniamo che sia giusto così. Poi sarà il giudice a decidere per l’affidamento”, ha detto il fratello di Melania.

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